Milano – Ciò che non si può comprendere in todo affascina e avvolge misteriosamente. Al via la mostraImpressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone” che, dal 1 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, inonderà tutti gli spazi espositivi del Mudec – Museo delle Culture di Milano – raccontando da diversi punti di vista – artistico, storico ed etnografico – i reciproci scambi tra Europa e Giappone. Un incontro temporale e culturale tra due mondi. La mostra illustra, attraverso una selezione ampia e diversificata di opere provenienti dall’Italia e dall’estero, lo sviluppo di quel gusto orientato verso il Giappone che pervase la cultura artistica occidentale tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in particolar modo la Francia e l’Italia. Con oltre 170 opere, tra dipinti, stampe, oggetti d’arredo, sculture e oggetti di arte applicata, provenienti da collezionisti privati e importanti musei italiani ed europei, si ripercorre la profonda fascinazione che il Giappone ha esercitato sulla cultura occidentale approfondendo le dinamiche dei complessi scambi artistici che si susseguirono tra il 1860 e il 1900. La mostra è a cura di Flemming Friborg, docente di storia dell’arte all’Università di Copenhagen e già direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, e Paola Zatti, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano.

La Mostra
Riserva una particolare attenzione al contesto di relazioni commerciali, avventure imprenditoriali e la grande curiosità che hanno caratterizzato un’epoca intera. Nel variegato contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, la mostra si focalizza sui maggiori artisti italiani ed europei che hanno subito l’incanto del ‘Giapponismo’: da De Nittis a Rodin, da Chini a Induno, da Van Gogh a Gauguin e Fantin-Latour, da Toulouse-Lautrec a Monet, esponendone alcuni dei capolavori assoluti dell’epoca.
Saranno visibili anche opere di diverse scuole e movimenti artistici giapponesi, raramente esposte, per mostrare l’evoluzione artistica giapponese dopo la riapertura Meiji all’Occidente seguendo i “viaggiatori della seta”.
In particolare la mostra si dedica al Giapponismo italiano. Nel più ampio contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, come tendenza concentrata soprattutto a Parigi, la mostra si focalizzerà sui maggiori tra gli artisti italiani che caddero nell’incanto del Giapponismo, come Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, artista profondamente affascinato dall’Oriente, Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini, attivo interprete di immagini che facevano uso di questi stimoli.

Le Sezioni
La storia del gusto occidentale per l’Asia orientale è la storia di un’ossessione di lunga durata.
Il termine giapponismo – spiegano i curatori della mostra – si applica principalmente alla fase più intensa dell’interesse europeo verso il Giappone, all’incirca tra il 1860 e il 1900. Anche nel Novecento la maggior parte dei testi occidentali sul Giappone rivelano una pressoché totale incapacità dei non giapponesi di capire il paese, la sua gente e la sua cultura. Ma il Giapponismo, che non ha che fare con questo, rappresenta una vicenda tutta europea di un’Europa che entra in dialogo con sè stessa, attraverso il concetto di “Giappone”. La ricerca del vero era solo una minima parte, piuttosto poteva rappresentare una via di fuga da un’impasse, una soluzione allo stallo, della cultura occidentale; oppure semplicemente un “gusto” o un viaggio immaginario verso l’oriente, sognando un orizzonte inesplorato.
Attingendo a una tradizione di studi che abbraccia i contributi più originali del XIX secolo e quelli più recenti, la mostra indaga quattro sezioni fondamentali:
– Il Giapponismo tra realtà e fantasia, ovvero le posizioni artistiche, letterarie e filosofiche del XIX secolo;
– Da Oriente a Occidente. Le ispirazioni giapponesi nell’arte italiana e francese tra il 1860 e il 1900;
– Import/Export: gli scambi globali;
– Il Giapponismo italiano.
– Una sezione della mostra è dedicata al Giapponismo in musica e teatro ed espone i costumi di scena di Madama Butterfly, l’opera lirica di Giacomo Puccini, grazie ad una collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano.
– Un’ultima sezione è dedicata ai profumi, la distillazione e la cosmetica giapponesi che conquistarono l’olfatto e i sensi occidentali.

Informazioni
Mudec – Museo delle Culture, via Tortona 56, Milano
1 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020
Inaugurazione: 30 settembre 2019 ore 12.00, Auditorium
Orari Mostra
Infoline: tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
www.mudec.it 

Daniela Gulino