Un ritratto di Nino CassaniUn ritratto di Nino Cassani

Radici – Il laboratorio di Nino Cassani ha una storia, dall'Ottocento almeno vi lavoravano la pietra di Viggiù i Cassani, che possedevano lì vicino una cava. Lo scultore mostra fra le fronde il meccanismo che orientava il filo elicoidale, per il taglio dei blocchi, che avveniva in uno spazio esterno, ancora esistente. Dopo questa prima fase, le pietre passavano all'interno per la lavorazione vera e propria, con l'energia meccanica fornita dal torrente, ora in secca.

Quel che rimane – Nel tempo, chiuse le cave, il fabbricato è stato diviso e alla scultura è rimasto uno stanzone semplice, lindo alla fin fine, occupato da un numero "giusto" di opere in gesso e in pietra, con il paranco al soffitto per lo spostamento dei pesi. Cassani ci introduce nel suo luogo principale di lavoro, dal 1951. Ne ha lavorata e ne è passata, di materia, d'estate all'aperto e d'inverno con il camino ardente. Ardente come l'istinto scultoreo di Cassani, misto di natura e cultura, DNA e Accademia di Brera, negli anni "favolosi" del Dopoguerra.

Presenza verticalePresenza verticale

Ecco, per iniziare, qual'è stata la sua formazione?
"A Milano, a Brera. Come maestro, Marino Marini, che ci insegnava la libertà, più che altro, al di là del mestiere. La scuola di Messina, invece, più tradizionale, insisteva sulla copia, fino alla noia. Marino, cui devo molto, voleva che ciascuno sviluppasse la propria personalità."

Qual'è la personalità di Nino Cassani?
"Amo la pietra, innanzitutto. Venendo da Viggiù e da una famiglia di scalpellini, non poteva essere diversamente."

Che tipo di pietra?
"Agli inizi ho lavorato la pietra di Viggiù, quella dalla tonalità più gialla. Poi ho scoperto la pietra di Vicenza, calda e molto tenera da lavorare. La mia preferita, quella usata per le ville del Palladio."

La lavora da sè, direttamente?
"Sì, ho sempre preferito affrontare da solo il lavoro sulla materia, senza aiuti. Altri scultori modellano il bozzetto, che poi viene trasposto da altri, sotto il controllo dell'autore. Amo troppo la materia e il segno, il mio segno, devo sentirla, per poter delegare ad altri la traduzione. Ognuno fa quel che vuole."

Che importanza ha il segno? Quasi tutte le sue opere portano dei segni…
"Il segno sulla materia è come una scrittura, personale, istintiva, irrinunciabile. Non sento la materia liscia, come spesso è il marmo."

Struttura rotanteStruttura rotante

E il gesso? Qui vi sono opere in pietra e modelli in gesso: che funzione ha nel suo lavoro?
"Importantissima. Per me anche il gesso è una pietra, del resto lo è davvero, un tipo di calcare. I miei gessi si possono anche confondere con le pietre, li lavoro allo stesso modo, con i miei segni sulla superficie."

E la creta? Il bozzetto?
"Certo, che la uso. Modello una sorta di bozzettone, non molto definito, che poi formo ottenendo il gesso. Sul gesso continuo il lavoro, fino a quando mi soddisfa. Ma può anche non esserci, il bozzetto. La pietra, il più delle volte, la affronto direttamente, con un'idea in testa."

Uno studioUno studio

Nino Cassani, disegna?
"Moltissimo. Ma non è un vero e proprio disegno preparatorio, cui resto fedele. Mi serve più come studio, come riflessione su alcuni problemi. La scultura, prende quasi sempre una sua via, dal confronto diretto con la materia."

Come sono nati i "Rotanti", il tema-forma, assieme alle "Strutture", più ricorrente e riconoscibile nella sua scultura?
"Lasciata abbastanza presto la figura, ho trovato il modo di rendere in scultura non tanto la ruota intesa meccanicamente, ma il fatto che tutto, nell'universo, sia in movimento continuo."

Che posto ha la tecnica nella scultura?
"E' sì importante, la preparazione tecnica, ma occorre chiarire un equivoco: non è la tecnica, che fa l'arte. Ma l'idea, il pensiero. Melotti ha fatto grande scultura con del fil di ferro."

Anche lei ha insegnato all'Accademia: che cosa ha cercato di trasmettere?
"Più un atteggiamento generale, moderno, nei confronti dell'espressione artistica, e meno un fatto tecnico, che pure ha la sua importanza."

RotanteRotante

Dove sta andando, attualmente, la sua scultura?
"Eccola qua, è qui da vedere. Lavoro ancora, come sempre, anche se non affronto più lavori pesanti, alla mia età. Ho appena inviato un mio lavoro in Sardegna, a Porto Torres, per una mostra. Ma guardi, che bella, la luce sulle opere, a quest'ora. Diversa, da quella del mattino."

Crepuscolo – Nino Cassani, dopo cinquant'anni di sculture, mantiene la gioia di poter toccare e contemplare la materia che l'artista è riuscito ad animare. Un dono al mondo e alla società e a se stessi. Il piacere intatto del lavoro, condotto senza farsi troppo condizionare da fattori esterni all'arte. Prima di salutarci, mi fa notare il lavorio della natura su alcuni gessi lasciati all'aperto. Sorride, compiaciuto. Il tempo, grande scultore.