PIAZZA%20REPUBBLICA%20VARESE.jpgTeatro di Varese: sogni o realtà – "Sogni di Rock‘n’Roll" canta Ligabue in uno dei suoi brani più noti. Sono invece "sogni di teatro" quelli varesini. Mercoledì sera, alla Sala Montanari di via dei Bersaglieri, si è svolto il primo incontro pubblico "La città. Il Teatro. Perché un sogno deve farsi realtà" per discutere del futuro di Piazza Repubblica e, altresì, del Teatro della città. Oltre all’Assessore alla Cultura Simone Longhini e a quello all’Urbanistica Fabio Binelli, sul palco erano presenti Andrea Campane, Dirigente alla cultura, Adriano Gallina, Direttore di Fondazione Culturale 1860 Gallarate Città e Fabio Sartorelli, Direttore Artistico della Stagione Teatrale Comunale. Progetti, idee, proposte hanno preso forma nelle parole dei relatori. Solo parole, appunto. Semplici spunti per permettere di ragionare sulle modalità di realizzazione della nuova struttura, prendendo esempio dalle esperienze di altre città (quali Gallarate) e analizzando le necessità e le richieste del pubblico.

Secondo incontro, presumibilmente più concreto a livello di contenuti, quello in programma per il 18 luglio e dedicato all’aspetto prettamente urbanistico, con riferimento all’iter di avvio del procedimento di variante al PRG per la rivalutazione urbanistica del comparto di Piazza Repubblica, unitamente alla verifica di assoggettabilità alla procedura di V.A.S.

 

Gli Assessori – Numeri e dati di affluenza hanno caratterizzato l’intervento dell’assessore Longhini. "La città di Varese" – ha affermato – "ha fame di teatro. A dimostrarlo è l’affluenza di pubblico alle numerose serate proposte durante questi anni all’ Apollonio. Per tale ragione" – ha concluso – "la realizzazione della nuova struttura è necessaria e vogliamo lavorare per avverare questo sogno".

Successivo a quello di Longhini, il discorso di Binelli che ha sottolineato l’esigenza di una nuova struttura che dovrà perfettamente inserirsi in una Piazza Repubblica riqualificata. "Di questo" – ha detto l’assessore – "si parlerà durante l’incontro di luglio".

 

Adriano Gallina – Premessa di coerenza quella di Adriano Gallina.ADRIANO GALLINA.jpg "Durante la campagna elettorale", ha affermato, "ho più volte parlato della mia perplessità sul gradi di priorità del progetto per la realizzazione del Teatro Stabile. I miei interrogativi" – ha proseguito – "sono rimasti. Ma la possibilità di potersi confrontare e di poter esprimere idee e ipotesi, consente di dar forma a progetti e priorità concrete che mi rendono ben felice di poter partecipare a tale serata".

E dopo questa breve premessa, si è passati ai fatti: comodità, attività autonome ma connesse al teatro (come bar e ristoranti), spazi espositivi, una biblioteca che invogli gli studenti della vicina Università di accedere con maggior frequenza al teatro, scoprendone spettacoli e attività. Questi i punti di forza, secondo Gallina, di una moderna e attrattiva struttura capace di essere davvero luogo di incontro e di scambio, per tutti. Un’apertura all’ampio pubblico che deve altresì, secondo il Direttore di Fondazione Culturale Gallarate, essere confermata da una politica dei prezzi contenuta che potrebbe, a suo parere, essere a sua volta garantita da una struttura autonoma, di diritto privato ma a costituzione mista, vincolata alla sua funzione pubblica da uno strumento convenzionale che ne regoli le relazioni economiche e di indirizzo con l’amministrazione comunale. Necessaria, secondo Gallina, una ragione sociale che preveda espressamente l’assenza della finalità di lucro.

Tra le priorità del Direttore, anche la realizzazione di due sale. Una più spaziosa (di milleduecento posti) e una più piccola (che ospiti meno di cinquecento posti, in modo da non richiedere nemmeno l’intervento dei Vigili del Fuoco per il rispetto delle norme di sicurezza). "Una scelta che" – ha affermato Gallina – "consentirebbe una maggior varietà di spettacoli, permettendo anche a prodotti di nicchia di fare tappa a Varese".

Elemento più tecnico, quello legato al risparmio energetico. "Molte le spese a carico di un teatro. Per questo" – ha proseguito – "potrebbe essere interessante pensare allo sfruttamento di risorse rinnovabili, capaci di ridurre i costi di gestione". Attenzione particolare viene attribuita dal Direttore anche alla questione della Compagnia Stabile della città: "non penso sia una buona idea. Tali stabilità nascono storicamente in contesti urbani sostanzialmente metropolitani caratterizzati dall’esistenza di un pubblico potenziale considerevole, in grado di permettere agli spettacoli teniture significative e conseguenti ammortamenti e recuperi dei costi di produzione sulla base delle repliche effettuate. In un contesto non metropolitano" – ha argomentato – "questa visibilità non potrebbe essere garantita. Diverso invece" – ha proseguito – "il discorso di un sostegno alle compagnie autonome esistenti. Rassegne e programmi volti a valorizzarle sono certo un ottimo metodo per promuovere le attività culturali del territorio".

"Dare valore a tutti questi elementi" – ha concluso Gallina – "permetterebbe, a mio parere, di realizzare un teatro vivo, fatto per la gente e destinato ad accoglierla. Non, quindi, una struttura aliena calata dall’alto e non quindi automaticamente amata dal pubblico."

 

FABIO SARTORELLI.jpgFabio Sartorelli – La presenza di due sale, la possibilità di realizzare una biblioteca al suo interno, il valore delle scelte estetiche, l’esigenza di una buca d’orchestra. Questi i punti (in totale sintonia con il discorso di Gallina) portati all’attenzione del pubblico dal maestro Sartorelli. "L’acustica", ha affermato, "deve rivestire un ruolo primario. Dobbiamo avere le strutture, gli strumenti e tutte le caratteristiche necessarie per poter offrire spettacoli di qualità". Infine il Direttore Artistico ha precisato: "la realizzazione del teatro rappresenta la chiusura di un percorso storico importante della città. Il più antico teatro di Varese fu «Il Ducale»– inaugurato pochi mesi dopo La Scala di Milano, nel 1779 vicino a quello ora esistente. Veniva chiamato «vecchia caserma» poiché in quegli anni si concludevano i lavori di realizzazione della caserma che proprio oggi potrebbe divenire sede del nuovo teatro. Ancora una volta, insomma, il teatro sarà nella «vecchia caserma». Una sorta di gioco del destino che deve portarci a riflettere sul nostro ruolo sociale: noi siamo la generazione che il teatro deve restituirlo alla città. Se non troveremo il coraggio per farlo, rimarremo con la nostra struttura attuale, uniformandoci – ancora una volta – ai pregiudizi sul popolo italiano che, a detta di molti – nel mondo, ha la predisposizione di rendere stabile tutto ciò che sia nato per essere provvisorio".

 

E intanto.. – Mentre si sogna sul futuro del Teatro Stabile, il Teatro Apollonio (cui Direttore Artistico Filippo De Sanctis non era tra gli invitati al tavolo dei relatori mercoledì) prosegue il suo lavoro per la definizione del nuovo programma. La decima stagione dell’attuale e tanto criticata struttura di Piazza Repubblica. Alcune date sono già fissate ed è già possibile acquistare i biglietti: i Legnanesi e Massimo Ranieri ad esempio, calcheranno il palcoscenico rispettivamente il prossimo novembre e nel gennaio 2012.

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La presenza di due sale, l’utilizzo di risorse energetiche alternative, la promozione di attività culturali all’interno della struttura e persino la possibilità di trasferirvi la biblioteca. Queste alcune delle proposte emerse durante il primo dei due incontri organizzati a Varese per discutere del futuro Teatro Stabile cittadino.GUARDA IL VIDEO