Milano – A cent’anni dalla scomparsa di Angelo Morbelli (Alessandria 1854 – Milano 1919) la GAM lo ricorda  con una mostra a cura di Paola Zatti, strutturata in modo da porre in evidenza la poetica desolata di un mondo nel quale emergono fisionomie di vecchi dimenticati in ospizi, ospedali e mense pubbliche.

Morbelli riserva particolare attenzione anche alle figure femminili rappresentandone a pieno tutto lo spettro sociale: dalla piaga della prostituzione alle sontuose vesti di giovinette impegnate in morbide conversazioni tra le ombre di un parco primaverile o docilmente adagiate tra morbidi guanciali.

Considerato uno dei maestri del divisionismo, Morbelli penetra gli spazi chiusi con lamine di luce tali da evidenziare magistralmente oggetti, fisionomie, gesti di chi quei luoghi abita.

Nato ad Alessandria nel 1854 frequentò l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Divenuta la sua città d’adozione, tra fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo passato, di Milano celebrò gli aspetti  più intimi e nascosti.

Le prime mostre vedono sue opere oltre che nella città lombarda anche in alcune tra le più prestigiose gallerie di Torino.

Dopo un primo periodo dedicato al paesaggio, Morbelli pone lo sguardo verso gli anziani ricoverati presso il Pio Albergo Trivulzio.

Superata la fase divisionista la sua pittura vira verso una figurazione di impegno sociale tanto da stringere amicizia con Giuseppe Pelizza da Volpedo.

I contatti con Carrà e Boccioni lo porteranno a cogliere i mutamenti urbanistici e architettonici  di una Milano tesa a passare dalla tradizione alla modernità.

Si spegne a Milano nel novembre del 1919.

 

Morbelli. 1853 – 1919 – GAM Via Palestro 16. Fino al 16 giungo. Orario: martedì – domenica 9-17,30. Ingresso: intero euro 5.00; ridotto euro 3.00

Mauro Bianchini