Una sala piena, quella dello spazio "duemila libri" a Gallarate, in un pomeriggio tiepido autunnale. Tanti accorsi per partecipare alla presentazione di "Optima hereditas", un volume miscellaneo dedicato alla dott.ssa Maria Adelaide Binaghi, funzionario archeologo della Provincia di Varese, a quasi dieci anni dalla sua scomparsa.

Un omaggio sentito, ad opera di tutti coloro che negli anni lavorarono con lei o che, tuttavia, ebbero modo di conoscerla. Come ha sottolineato Massimo Palazzi, uno dei curatori del volume, assieme a Federica Leva, il libro è un dono, un regalo nel senso più profondo del termine, sia per il pubblico che lo leggerà, sia per gli autori, che hanno unito scientificità ma anche umanità nello stendere i propri contributi, spinti dalla stessa passione cha ha caratterizzato l'opera della dott.ssa Binaghi. Un libro per Maria Adelaide Binaghi.
Un dono a lunga scadenza, proiettato nel futuro, perché il volume raccoglie interessanti spunti, studi inediti, che saranno senza dubbio la base per futuri interventi di ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico.

Il libro è organizzato in tre sezioni. Le prime due parti, più tecniche, sono dedicate ai settori scientifici su cui maggiormente su concentrò l'attenzione della compianta funzionaria: il rapporto fra archeologia e territorio e l'archeologia subacquea. Infatti fu sempre forte la sua presenza nel territorio gallaratese, che seguiva con passione, nel controllo di cantieri, scavi, promuovendo ricerche in vari ambiti, primo fra tutti l'ambito protostorico (cultura di Golasecca) , senza però trascurare romanità e medioevo. La dott.ssa Binaghi fu pioniera nell'archeologia subacquea, divenendo referente per la Lombardia di un progetto di ampio respiro portò al recupero, ad esempio, delle piroghe del fiume Oglio e alle palafitte del Lago di Monate.

Nell'ultima sezione, invece spazio ai ricordi più personali, raccolti dalle voci di molti che collaborarono con lei e che rimasero colpiti dal suo impegno, dalla sua curiosità intellettuale, dalla sua capacità, -come ha sottolineato Federica Leva- di unire l'humus, il territorio, all'humanus, alla componente umana che interagisce con il territorio stesso. Un impegno che andava anche oltre all'archeologia, che comprendeva musica, arte, letteratura: non è un caso che la stessa fiera del libro di Gallarate sia stata ideata da lei.

Molte voci hanno impreziosito la presentazione, voci spesso emozionate, di colleghi e amici della Soprintendenza, come la dott.ssa Poggiani Keller, Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia, la dott.ssa Barbara Grassi, attuale funzionario per il Varesotto, che ha raccolto l'eredità della dott.ssa Binaghi, il dott. Luigi Fozzati, che ha condiviso con lei l'impegno "subacqueo", l'archeologo dott. Roberto Mella Pariani, per anni suo fidato collaboratore. Ma anche voci private, in particolar modo quella di Elisabetta Magistretti, sua amica di infanzia.

Il numeroso pubblico in sala è la risposta della cittadinanza e della comunità scientifica di fronte a questo evento e di fronte a questa figura di studiosa e donna che il volume "Optima hereditas" vuole non solo ricordare, ma di cui vuole sottolineare il segno lasciato nell'archeologia varesina, insegnamento per il passato, ma anche monito per il futuro, perché si continui su questa strada, nel segno di Maria Adelaide.