Sarà inaugurato a Berlino, il prossimo 16 Settembre, il nuovo e accattivante spazio espositivo dedicato interamente allo studio e alla promozione “dell’arte di strada”.

Ci è già capitato, in passato, di affrontare l’argomento street art, soprattutto in merito ai progetti Made in Varese (Urban Canvas e Substrato) volti alla riqualificazione di edifici e zone degradate della città.

 

L’importanza che riveste, oggi, la street art a livello mondiale è, si sa, altissima.

E finalmente l’Associazione tedesca Urban Nation è riuscita ad abbattere il tabù che per anni ha caratterizzato l’arte di strada.

 

Dal 16 Settembre, infatti, esisterà un museo interamente dedicato all’esposizione, allo studio e alla promozione della street art, lo Urban Nation (dal nome dell’Associazione tedesca).

Le sorprese però non finiscono qui: il museo sarà dotato anche di una biblioteca didattica costituitasi grazie alla generosa donazione di Martha Cooper, la nota reporter americana che documentò per prima, negli anni Settanta del secolo scorso, la nascita del graffitismo a New York.

Certo, suona strano pensare che qualcosa che per sua natura è destinato a ‘morire col tempo’, sia rinchiuso per sempre in un museo… Martha Cooper diceva: “Cosa ha salvato e salverà la street art? La fotografia”, ma non sarà più così! Avremo la possibilità di ammirare i capolavori della urban art visitando un museo, così come si visitano il Louvre o la National Gallery di Londra.

 

Il Museo Urban Nation, che sorgerà nel quartiere di Schöneberg, è nato dall’omonima associazione che, dal 2013, invita nella capitale tedesca street artist da tutto il mondo per metterli in relazione con il tessuto urbano della città. Un progetto molto simile ai due progetti varesini Urban Canvas e Substrato che nel loro piccolo danno la possibilità a giovani street artist di esprimersi e liberare la loro creatività.

 

Tra i tanti artisti esposti nel neonato Museo si trova anche lo street artist 1010, famoso per le sue illusioni ottiche, che ha partecipato al progetto Urban Canvas lasciando due sue opere a Casbeno.

Giulia Lotti