Quando si pensa all’albero della vita nelle sue rappresentazioni artistiche viene subito in mente il celebre pannello di Gustav Klimt ideato per il fregio della sala da pranzo di palazzo Stoclet, a Bruxelles tra il 1905 e il 1909.

E perché non citare l’imponente Ultima Cena realizzata ad affresco da Taddeo Gaddi nel refettorio della Basilica di Santa Croce a Firenze nel 1340, ove il corpo del Cristo in Croce diventa sorgente di vita?

Si è abituati alle raffigurazioni fortemente simboliche dell’albero, cariche di significati spesso esoterici (come nel caso della Cabala) o religiosi (come nell’Ebraismo o nel Cristianesimo), così come si è abituati alla presenza dell’albero nell’immaginario pagano.

E in questo periodo di feste a quale albero si potrebbe pensare se non a quello di Natale? Sembra che sia stata la città di Tallin, nel lontano 1441, la prima a far erigere nella Piazza del Municipio un grande abete, attorno al quale, secondo una bizzarra usanza, giovani scapoli ballavano alla ricerca dell’anima gemella. Anche Riga però concorre al titolo di città sede del primo vero albero di Natale, lì addobbato nel 1510 e ricordato da una targhetta che cita “Il primo albero di Capodanno” in otto lingue diverse.

Quasi certamente l’albero di Natale trae le sue origini da un antico rito pagano che consisteva nel portare in casa, prima dell’arrivo dell’anno nuovo, un ramo d’abete beneaugurante. In Germania nel Medioevo si diffuse poi la tradizione degli Adam und Eva Spiele – letteralmente il Gioco di Adamo ed Eva – una sorta di rappresentazione scenografica del Paradiso Terrestre allestita nelle chiese per la Vigilia di Natale. Si decise di utilizzare, per questa messa in scena, grandi abeti sempreverdi che, nel folclore tedesco, assumo il significato di albero cicogna (l’albero della vita cristiano, dal quale la levatrice scuote i neonati.) In letteratura il primo a citare l’albero di Natale fu Johann Wolfgang Goethe ne “I dolori del giovane Werther” e nell’epoca del Romanticismo nacque la famosa canzona “Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum”.

Nel XX secolo la tradizione dell’albero di Natale, considerato spregevolmente protestante, prende piede anche nel mondo cattolico. E oggi, a distanza di più di un secolo, non potremmo immaginarci un Natale senza uno splendido albero addobbato a festa.

 

Un Buon Natale a tutti voi!

Giulia Lotti