Giovanni ArdemagniTrama – Figlio degli anni 60, Gio è un calzolaio che ama il suo lavoro, lui sa tutto delle scarpe. Conosce caratteristiche, esigenze e dolori del piede. Il suo, purtroppo, è un lavoro quasi scomparso. Gio non vuole emigrare, tira la cinghia ogni giorno e combatte la sua guerra quotidiana per sopravvivere, rivendicando i suoi diritti e rivolgendo anche qualche preghiera a San Precario, un "santo moderno". Dovendo raccontare di sé, Gio non può fare a meno di parlare del suo Maestro Mast’ Antonio, “o migliore scarparo i Napule”. Afferma: "Mast’ Antonio la guerra l’ha fatta davvero, prima in caserma e poi sulle strade di montagna come partigiano, ha conosciuto la fame, la paura, la morte, la libertà" . La passione per il lavoro, la guerra di liberazione, la lotta per la salvaguardia dei diritti, fanno di Gio e di Mast’ Antonio un’ unica persona. "Forse l’unica differenza è che una volta" – prosegue Gio – "subito dopo la guerra, per noi scarpari c’era parecchio lavoro ma non c’erano i soldi, mo i soldi ce stanno, ma nun ce sta o lavoro”. Volete sapere perché? lo scoprirete a teatro. 

 

Una foto dello spettacoloL’attore – Giovanni Ardemagni si definisce attore, cantante, poeta, regista e non solo…. Scrive racconti, poesie e canzoni, oltre che monologhi. È nato a Varese nel 1967 e risiede a Cairate. Nella vita ha fatto mille lavori ma ha sempre avuto la passione per il teatro. Ha cominciato nel 1998 nell’ambito del Varese Corsi. Innamorato di quest’arte ha deciso di iscriversi alla scuola di teatro “Quelli di Grock” a Milano, dove ha trovato ottimi maestri. Ha partecipato a numerosi seminari, ha collaborato alla realizzazione di vari spettacoli con numerose compagnie: Elidan, Sinetema, SiparioTeatro, Teatro instabile degli ambiziosi, Quelli di Max, Instabile Quick, Teatroarte. Da “Se questo è un Uomo” di Primo Levi ha tratto, nel 2005 un monologo dal brano “Le nostre notti” rappresentato specialmente in occasione della giornata della memoria. Dal libro “In prima linea” di Fiorenzo Croci ha tratto un breve monologo sulla campagna Russa del 1942 rappresentato in biblioteche e scuole. Nell’ambito di serate sull’immigrazione, propone un monologo sull’ amore liberamente tratto dal testo di Skawomir Mrozek “ Emigranti “. Nel tempo che gli rimane insegna teatro nelle scuole e tiene corsi serali per adulti. Lo spettacolo “ My name is Gio ”, si è aggiudicato il terzo posto al premio Dario Fò di Porto Valtravaglia.

 

Appuntamento – Sabato 27 marzo alle 21 al teatro Agorà di Carnago in piazza S. Giovanni Bosco 6

 

 

 

Sabato 27 marzo alle 21 tutti pronti per un monologo che lascia senza fiato, che immerge in un tempo storico come quello della resistenza, e dove non mancano ironia e battute divertenti. L’allestimento scarno proietta nelle fatiche quotidiane della vita del precariato e della lotta per i diritti.