Le multicolori architetture aperte fissate su parete di Axel Lieber – nato a Dusserdolf nel 1960 dove si è laureato in scultura presso la Staatliche Kunstakademie – presenti per la prima volta presso ‘MAAB Gallery’ a Milano con il titolo  ‘primo piatto’ per la cura di Gianluca Ranzi, rimandano per accordo ellittico a quanto scritto da Roland Barthes ne ‘L’impero dei segni’: “In ogni libro d’arte sull’ikebana ciò che viene prodotto è la circolazione dell’aria…non sono insomma che le pareti, i corridoi, i percorsi tracciati secondo l’idea di rarefazione”.

Così le strutture di Lieber paiono ideate per la libera fluttuazione di pensieri, di soste meditative, di sogni e irrinunciabili stravaganze.

Il mutare nell’arco della giornata dell’intensità e dell’incedere della luce, proietta sulle pareti le ombre delle strutture – gabbie architettoniche, come una proto proiezione, quasi a definire l’anima dell’opera stessa, ponendo la questione di quanto del mondo reale si riverbera nelle fiabe e quanto di fiabesco permea la quotidianità.

Nei lavori in mostra oggetti d’uso quotidiano sono composti in modo da stravolgere il senso della loro naturale utilità, ma perfettamente funzionali alla creazione di scenari entro i quali tutto si trasforma in fantasticherie che portano a comprendere come ogni cosa contenga un potenziale fantastico tale da aprire a uno, cento, mille immaginari mondi di Amelie.

Axel Lieber,  ‘primo piatto’
MAAB Gallery, Via Nerino 3, Milano
fino al 23 marzo
lunedì – venerdì 10-18

Mauro Bianchini