Un momento dell'incontroUn momento dell'incontro

Joe Mc Nally, in Italia da pochi giorni per presentare la sua prima antologica alla fondazione Bandera di Busto. Un'occasione per rivisitare un paese a lui molto caro. La nostra Italia è per Mc Nally così bella da collocarla "vicino al paradiso".

E' prima volta che espone le sue foto in Italia?
"No, ho fatto altre mostre in cui esponevo alcune opere, ma questa è la prima mostra tutta mia. E' la prima antologica italiana dedicata al mio lavoro".

Come è nata l'idea di esporre alla Bandera e quali erano i legami che l'hanno condotto a Busto?
"Conosco Federica Brunini, giornalista che collabora con National Geographic, anch'io lavoro per loro. Tramite lei ho stabilito questo legame. Ho lavorato per molti anni e ho fatto molti servizi anche in Italia. Quindi in parte per l'amicizia con Federica ed in parte per  i lavori che ho fatto nel vostro paese".

Entrando nella sua arte: vedremo esposti in mostra dei lavori legati al mondo della danza, come ha sviluppato questo tema?
"E' stato un incidente… Vivevo a New York in un appartamento vicino al Lincoln Center, dove appunto vivono la maggior parte dei ballerini e diversi di loro abitavano nel mio palazzo. Dopo esser entrato in amicizia con loro ho iniziato a fotografarli, da lì si è poi sviluppato il mio lavoro ed il mio interesse per il movimento che stà alla base della danza. (…) In realtà ci sto girando intorno, ma volevo solo incontrare una bella ragazza", (aggiunge ridendo).

Gli studenti dell'artisticoGli studenti dell'artistico

In mostra ci saranno anche le cosiddette "icone". Immagini fotografiche di personaggi famosi. Quale tra queste personalità l'ha colpita maggiormente?
"Ho buone relazioni con diverse persone importanti. Ho conosciuto personaggi interessanti, stupefacenti. Tra i tanti ricordo con molto piacere il pianista Leonard Bernstein e anche Mikhail Gorbaciov. Sono persone che io ho sempre voluto incontrare e le ho fotografate proprio per soddisfare il mio forte interesse verso di loro. Sono rimasto ripagato, contento".

Secondo lei quali sono le diversità tra la fotografia italiana ed europea, rispetto a quella americana?
"Non parlerei infatti di fotografia italiana quanto di fotografia europea. Gli scatti americani, il giornalismo degli americani è più illustrato. Gli americani vogliono mettere di più un filtro, tutto dev'essere patinato. In Europa si fotografa invece la vita com'è realmente, le cose in modo naturale senza oscurare nulla. E' forse più reale. E' la mia percezione, da americano percepisco la cosa così. Il mass media è un pò troppo opprimente e controllato, qui è più naturale".

Tra i fotografi italiani chi le piace di più?
"Sicuramente Alessandro Ferri è un meraviglioso fotografo".

Cosa le piacerebbe fotografare in Italia?
"L'Italia è un paese bellissimo, secondo me è vicino al paradiso. Sono stato qui per il mio viaggio di nozze e torno ogni volta con piacere. Poi siccome adoro arrampicarmi, mi piacerebbe poter salire su qualche torre qui in Italia e poter così fotografare in diretta, dall'alto. Mi arrampico proprio fisicamente, come ho fatto per il reportage sull'Empire State Building. Dall'alto si colgono cose diverse, belle".