L'opera di Chiara DynysL'opera di Chiara Dynys

Twister colpisce innanzitutto Varese – Il modello innovativo di alleanza virtuosa, nato all'insegna dell'arte contemporanea, vede la provincia di Varese davvero in prima fila. Tra le istituzioni culturali lombarde non poteva mancare la "menzione speciale" di Villa Panza che, come gli altri attori del progetto Twister, ha ingaggiato un artista per ideare un'opera studiata ad hoc e destinata a rimanere stabilmente nelle collezioni permanenti del museo.

In dialogo con Villa Panza – Dietro di sé è il titolo dell'opera che Chiara Dynys porta nel cuore della collezione varesina. L'installazione site specific si innesta all'interno di un luogo appositamente individuato, il tempietto del parco della Villa e, con raffinatezza e sofisticata eleganza, valorizza e dialoga con la storia, l'ambiente, l'architettura. Per nulla invasiva, come è stato d'obbligo per tutti i progetti presentati, l'opera della Dynys, che arricchisce e aggiorna il fondo Panza, è situata in uno "spazio di rispetto" attorno alla sede museale.

Il linguaggio dell'autrice, presente in anni non lontani e con diversi lavori anche alla Rotonda della Besana di Milano, è principalmente fondato sulla luce, sulla leggerezza e sulla presenza di messaggi verbo-visuali inattesi. E proprio al centro della Cupola della Besana, in occasione della mostra "Luce negli occhi / Light to the eyes" 2007, venne allestita la stanza Glitter Gates, progetto appartenente alla prestigiosa collezione di Biumo. In quell'enorme cubo/monolite, il visitatore si immergeva in un'atmosfera carica di un colore saturo, che promanava da tutte le pareti e dal soffitto e variava repentinamente attraverso una sequenza di sei tinte.

Sulle orme della ricerca sensoriale – Una ricerca, quella

Il giardino di Villa PanzaIl giardino di Villa Panza

della Dynys che come lei stessa ha più volte ribadito "è antitetica a quella del Minimalismo americano. Loro hanno usato materiali assolutamente non ricercati, al contrario io uso, proprio perché funzionali al mio linguaggio, materiali estremamente ricercati e sofisticati, anche quando lavoro con la luce. Oltre alla forma, al lavoro sull'ambiente e sulla percezione, un altro tassello fondamentale della mia ricerca è il suono. In molte installazioni ho costruito insieme all'idea della luce anche l'ascolto. Solitamente uso la luce per costruire parole, situazioni percettive e per modificare il paesaggio in modo che si possano attraversare determinati ambienti, ci si possare fermare e concentrare lo sguardo".

Certo è prematuro anche solo ipotizzare di tirar le somme di questa travolgente iniziativa che coinvolge così tante e così importanti istituzioni museali. Qualcuno ha già parlato di 'evento dell'anno'. Noi non abbiamo sfere di cristallo profetiche. Ma siamo certi che il progetto TWISTER segna una svolta vera nel sistema di comunicazione e interazione tra musei. La rete si fa concreta. La coesione attorno al progetto, pur nel rispetto delle specificità di ogni realtà, rende visibile quella tanto agognata e nominata ''sinergia'' fra istituti e luoghi della cultura. Una forte comunione di intenti tra i diversi partner museali coinvolti, dove, per una volta, sono stati azzerati, in nome di una importante iniziativa comune, i campanilismi cittadini così diffusi in Italia, unita al grande sostegno di Regione Lombardia, con il contributo di un partner privato come Fondazione Cariplo, ha permesso dunque di far decollare il progetto TWISTER. Ci auguriamo che il successo che già si preannuncia per il "tornado dell'arte" segni un nuovo esempio per avviare altri progetti che testimonino la possibile e feconda cooperazione tra pubblico e privato.