Tre musei in rete – Le tre istituzioni, di diversa vocazione ma legate al medesimo territorio, condividono profondamente una missione che si sono dati e che perseguono ormai da molti anni: la valorizzazione delle proprie collezioni permanenti, estremamente diverse tra loro ma accomunate da una notevole qualità artistica, ma anche l'organizzazione di mostre temporanee, preparate con cura e rigore scientifico e che non di rado portano alla ri-scoperta di artisti o di aspetti poco noti anche agli addetti ai lavori.
Artevarese ha incontrato i direttori – nell'ordine Mariangela Agliati Ruggia per la Pinacoteca Züst, Gianna Mina per il Museo Vela di Ligornetto, Simone Soldini per il Museo d'Arte di Mendrisio – per avere un'anteprima delle mostre che inaugureranno nel prossimo weekend

 

Alla Pinacoteca Züst va in scena La pittura del vero tra Lombardia e Canton Ticino (1865-1910): quali sono le sezioni in cui si articolerà l'esposizione?
Mariangela Agliati Ruggia "Le sezioni rispecchieranno quelli che erano i temi maggiormente frequentati dai pittori dell'epoca: la natura morta, molto richiesta dalla borghesia nascente che amava impreziosire i propri salotti buoni con dipinti piacevoli e poco impegnati, ma anche il ritratto e il paesaggio, con le prime vedute urbane. Si è poi dato ampio spazio alla 'pittura sociale': negli anni successivi all'Unità d'Italia (1861) scoppiano i primi conflitti sociali nelle campagne come in città e i pittori non mancano di registrare queste tensioni; anche la condizione delle fasce più deboli della popolazione – bambini e anziani – e il tema del lavoro femminile trovano spazio in dipinti di grande impatto emotivo".

Mariangela Agliati RuggiaMariangela Agliati Ruggia

Una mostra nella scia di precedenti esposizioni?
"Sì, è ormai da diversi anni che la nostra pinacoteca è impegnata nell'approfondimento delle correnti artistiche che hanno caratterizzato l'Ottocento. In particolare, il nostro interesse si è focalizzato sui rapporti culturali intensi che il Canton Ticino ha sempre intessuto con la vicina Lombardia e la sua capitale, Milano. Non a caso, questa esposizione gode del prestigioso patrocinio del Consiglio regionale della Lombardia. Due anni fa abbiamo organizzato la mostra sulla Scapigliatura, che ha riscosso un grande successo di pubblico, in gran parte italiano: questa, su La pittura del vero, è altrettanto suggestiva e ci auguriamo che registri i medesimi consensi".

Perché, a suo parere, questa è una mostra "da non perdere"?
"Sia al pubblico più avvertito che ai semplici curiosi, questa mostra può offrire momenti piacevoli e di vera scoperta. Tra i pittori abbiamo dei veri protagonisti della scena artistica, le faccio solo qualche nome: Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Sottocornola, Emilio Longoni. Molti dei dipinti esposti poi sono assenti dai circuiti espositivi da decenni, altri sono stati visti solo in occasione della loro prima presentazione al pubblico: la maggior parte proviene da collezioni private, e dunque questa è un'occasione rara per ammirarli.
Credo in definitiva che questa sia un'esposizione godibile a diversi livelli di profondità: una mostra insomma per tutti. Non a caso abbiamo pensato a originali attività didattiche anche per i più piccoli, che potranno così scoprire come vivevano i loro bisnonni.

Il Museo Vela aderisce alla 6° Biennale dell'Immagine con una mostra fotografica che vuole approfondire il tema delle "Geografie dell'Invisibile": ci spieghi meglio di cosa si tratta.
Gianna Mina: "La mostra è dedicata a Paul Scheuermeier (1888-1973), un insegnante di scuola media con la passione per la linguistica che "per necessità" diventa fotografo. Era stato infatti incaricato, nel 1919, di svolgere delle ricerche per la realizzazione dell'Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale. In questo senso la mostra si inserisce perfettamente nel tema della biennale: le migliaia di fotografie da lui scattate per documentare la corrispondenza tra parole e oggetti permettono di costruire una geografia di quelle entità immateriali, invisibili, che sono le lingue".

Gianna MinaGianna Mina

C'è dunque un'istanza eminentemente pratica dietro la realizzazione di queste fotografie, che avevano una precisa funzione di documentazione. Perché dunque un Museo d'arte come il Vela vi dedica una mostra?
"In effetti, Scheuermeier inizialmente fa un uso prettamente strumentale del mezzo fotografico; molto presto tuttavia nelle immagini affiora un sentire fortemente creativo e poetico. Basta osservare certe riprese, in cui niente è casuale. Lo scienziato, che fa domande, sottopone questionari, raccoglie appunti, è diventato fotografo, è diventato artista.

Cosa l'ha colpita di più della figura di Scheuermeier?
"Mi ha commosso il suo amore per la ricerca. Si immagini uno svizzero tedesco di inizio Novecento che parte a piedi e attraversa centinaia di villaggi, incontrando gente che non parla la sua lingua, e tuttavia riesce a vincerne la diffidenza. Si fa compilare questionari, prende appunti sui diversi modi di chiamare uno stesso attrezzo agricolo o strumento artigianale, si adatta a dormire nei fienili. Un vero esempio di studioso che si mette al servizio della ricerca".

Trova che il tema dello studio del patrimonio immateriale sia attuale?
"Assolutamente. Oggi più che mai ci rendiamo conto che si sta perdendo un enorme patrimonio "immateriale" di tradizioni, parole, costumi, canti, danze. La salvaguardia di questo patrimonio passa innanzitutto dalla sua descrizione e dalla consapevolezza della sua importanza ed è uno dei temi più discussi di recente anche presso l'UNESCO".

Simone SoldiniSimone Soldini

Perché una mostra su Lucio Fontana al Museo d'arte di Mendrisio?
Simone Soldini: "In realtà questa mostra si inserisce nel percorso che il Museo d'arte di Mendrisio ha impostato ormai da circa venticinque anni. Le nostre mostre si occupano di effettuare delle riscoperte di artisti poco valorizzati e sconosciuti ai più, oppure di esplorare aspetti poco noti di maestri del contemporaneo di primaria importanza, come appunto in questo caso. Forse non tutti sanno in che modo ha avuto origine la grande rivoluzione che ha portato Lucio Fontana a fondare lo Spazialismo. E poi questo è un anno particolare: ricordiamo che Fontana è morto a Comabbio, non lontano da qui, quarant'anni fa, il 7 settembre 1968, e questa mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, vuole rendergli omaggio".

Quale aspetto dell'arte di Fontana viene dunque approfondito in mostra?
"Principalmente si esplora il rapporto tra il disegno e l'opera: è attraverso il disegno appunto che si fa strada la genesi della nuova dimensione. Fontana era un vero vulcano, uno sperimentatore instancabile, eppure fino al 1946, quando stende il Manifiesto Blanco, rimane nel solco della tradizione: alcune delle ceramiche di questo periodo sono esposte in mostra. La scultura però non lo soddisfa più, non riesce a renderla dinamica come vorrebbe. Non dimentichiamo che le sue due grandi matrici sono il Barocco e il Futurismo".

Quali sono dunque i passaggi della svolta spazialista?
"L'avvio è dato appunto da una serie di disegni del 1946 – intitolati profeticamente Concepto espacial -, mentre tre anni dopo si ha il pieno compimento, con l'Ambiente spaziale a luce nera e i primi cosiddetti Buchi: da questi ai Tagli il passo è breve. Queste opere non sono più né pittura né scultura, ma negano entrambe: è nato lo Spazialismo".

I tre musei, distanti tra loro un paio di chilometri, possono essere visitati nell'arco di una stessa giornata; il primo museo fornirà gratuitamente un opuscolo – disponibile anche presso gli enti del turismo – che dà diritto a uno sconto, applicabile anche a intere famiglie, sui biglietti d'entrata degli altri due musei.

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate, www.ti.ch/zuest; 0041 (0)91 646 45 65
La pittura del vero tra Lombardia e Canton Ticino (1865 -1910)
21 settembre – 8 dicembre 2008

Museo Vela, Ligornetto, www.museo-vela.ch; 0041 (0)91 647 32 41
Parole in immagine. Un omaggio a Paul Scheuermeier (1888-1973) linguista e etno-fotografo
21 settembre – 23 novembre 2008

Museo d'arte Mendrisio, www.mendrisio.ch; 0041 (0)91 646 76 49
Lucio Fontana, 1946-1960. Il disegno all'origine della nuova dimensione
20 settembre – 14 dicembre 2008