
Dopo i cicli "Why" e "I fiori del profondo", le inedite venti opere in mostra disegnano fluide ascese: liberano sorrisi, irradiano sguardi, fremono come sospiri, palpitano di insinuante passione.
Sorrette dal respiro di sfondi chiari, alitano brezze gioiose.
In quei candidi scenari s'intrecciano, pencolano, sfuggono le volatilità cromatiche di Raciti, in abbracci e addii, in addii e abbracci.
L'irrequieto Mario Raciti nasce a Milano nel 1934, in giovane età si avvicina alla pittura come autodidatta, "malattia" che non lo abbandonerà più, tant'è che dopo la laurea in giurisprudenza
lascerà la professione legale nel '61 dedicandosi definitivamente alla pittura. Tra le numerose personali in spazi pubblici e privati, da ricordare la Biennale di Venezia nell'86 e la Quadriennale di Roma sempre nello stesso anno.

Nel liberare il suo intimo fanciullo, l'artista si concede l'immaginaria e irriverente libertà di afferrare con due dita quei panni colorati affinché mossi da irrefrenabile corsa ondeggino nell'aria creando continue e irripetibili forme, come liberi fantasmi astratti.
Mario Raciti – "Una o due figure"
Bernareggio (MB) – La Gattafame Art Gallery, Via Roma 31
Fino al 30 giugno
Orari: martedì-sabato 10-12,30/15-19