Intervista a Chiara DattolaIntervista a Chiara Dattola

Tempi in salita, navigazione a vista, emergenze perenni e poco ossigeno per il mondo culturale. Chiara Dattola dimostra di avere ossa forti e una buona corazza – fatta innanzitutto di professionalità e di talento – per affrontare la quotidianità.
Una quotidianità nella quale il lavoro d'artista ha poco spazio e margine d'azione. "In Italia c'è sempre stato il problema della cultura, vero e proprio fanalino di coda del sistema-paese. Occorre trovare dentro di sè la forza e il motore propulsivo che spingono alla formazione permanente, al confronto con l'esterno, a puntare sulla qualità e al lavoro di gruppo. Anche i media hanno il loro ruolo importante nel tenerci aggiornati su quanto avviene al di là del nostro recinto locale".

L'imperativo per Chiara Dattola è collaborazione: con altri stimati colleghi, con istituzioni museali e con "i vecchi" dai quali è sempre possibile ed opportuno imparare. "Ci si può, anzi ci si deve scambiare sempre informazioni. Mi ritengo molto fortunata, lavorando quotidianamente con redattori, grafici che stimo e con i quali trovo continui momenti di discussione, critiche costruttive e confronti. Produco meglio e di più".

Anche un affaccio internazionale non guasta. Molte sono in Italia le opportunità per fare i conti con autori e professionisti che provengono dai quattro angoli del pianeta: nel mondo letterario, il prestigioso Premio Viareggio-Rèpaci o il Premio Campiello; nel mondo della grafica d'arte, la Dattola segnala il Festival Tuttestorie di Cagliari, la Fiera del libro di Bologna e quella di Torino, il Festival della letteratura di Mantova, il Festival del Fumetto a Lucca.
Insomma, un'utile mappa per tentare di navigare a vista, avendo però ottime coordinate e un buon bastimento per solcare il mare.