Nuoro – Per chi si trovasse in vacanza in Sardegna, non perda l’occasione di visitare al museo MAN l’ampia collettiva intitolata “Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni da Magritte alla realtà aumentata” a cura di Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti

La mostra mira a riflettere su alcuni temi sollecitati dal dramma della pandemia e della reclusione: la comunicazione interrotta, lo sguardo velato dal diaframma di uno schermo, la lettura delle immagini sottratte alla vista e restituite in una realtà virtuale. Tornare a guardare, ad allenare gli occhi e a porsi interrogativi sulla verità (o meno) della visione è lo scopo dell’esposizione che, partendo da antecedenti storici, dai padri nobili di una pittura di verità e d’inganno, come René Magritte e Giorgio de Chirico, apre lo spettro alle indagini estetiche più recenti in fatto di percezione e autenticità. Il Man da sempre si dedica alla ricerca e ai diversi linguaggi del contemporaneo, ecco allora le fotografie allo specchio di Florence Henri o le tavole ottico-cinetiche di Alberto Biasi, gli ambienti avvolgenti e conturbanti di Peter Kogler o Marina Apollonio; e ancora, le sculture anamorfiche di Marc Didou o le performance intese come veri e propri trompe-l’œil umani di Liu Bolin, l’uomo invisibile.

Gli artisti in mostra, con René Magritte, Giorgio de Chirico, Florence Henri e Alberto Biasi, Luigi Mazzarelli, Peter Kogler, Felice Varini, Marina Apollonio, Denis Santachiara, Marc Didou, Peter Miller, Liu Bolin, Marco Cordero, Humans since 1982, Ole Martin Lund Bø, Paolo Cavinato, Cinzia Fiorese, Marco Di Giovanni, Kensuke Koike.

Il titolo della mostra Sensorama è ispirato al nome di una macchina ideata nel 1957 dal regista statunitense Morton Heilig per testare esperienza sinestetiche nel suo cinema d’esperienza, al fine di amplificare impressioni, oltre che sonore con audio stereofonico, persino tattili, dinamiche e olfattive. Per vedere la musica è il nome di una sezione riservata a scoprire proprio la sinestesia, l’automatismo psichico che consiste nell’associare in un’unica immagine due contenuti riferiti a due sfere sensoriali diverse.

Sensorama poi è tanto cinema, arte d’artificio per eccellenza, “fabbrica delle illusioni” fin dal suo esordio e terreno di sperimentazioni visive delle avanguardie. Il percorso della mostra contempla la cinematografia fantastica di George Méliès basata sulla sparizione degli oggetti ottenuta con uno primitivo stop frame e la levitazione di cose e persone con la ripresa a passo uno, per arrivare alle fantasmagoriche interazioni tra avanguardie artistiche (Léger, Man Ray, Picabia, Cocteau, Duchamp…) e cinema. Cinema sperimentale appunto che, facendo suo lo statuto della magia e giocando con inganni e deformazioni percettive, butta all’aria la nostra “consueta” esperienza del reale.

I meravigliosi paradossi dell’era digitale. Con l’installazione in realtà aumentata la “non realtà” esce dai suoi confini, allaga la nostra percezione e dà un accesso a nuovi significati in una visione/versione multilayer. Senza l’impiego di device, ma grazie all’utilizzo del proprio telefonino (Bring Your Own Device), si potrà vivere la fascinazione “intelligente e complessa” di un contenuto a più strati, indispensabile completamento della visione di un mondo in transizione.

Il progetto presenta anche installazioni site specific, nel caso per esempio degli interventi studiati ad hoc per il MAN da parte di artisti come Felice Varini, autore di disegni nello spazio, monumentali quanto effimeri, oltre a una stanza magica progetta dal designer Denis Santachiara e una grotta di libri scavati come rocce da impronte di corpi impalpabili realizzata da Marco Cordero.

La mostra è aperta al pubblico sino al 30 ottobre nei seguenti orari: dalle 10– alle 20.