Giogio VicentiniGiogio Vicentini

Dodici opere. Forse qualcuna in più o qualcuna in meno. Più che lo spazio della galleria, di solito dedito ad opere di più ridotte dimensioni, sono i lavori di Giorgio Vicentini, 100×100, 140×100, in rari casi 50×50, a richiede aria intorno a sé.

Dei tanti che l'artista varesino va realizzando febbrilmente nelle ultime settimane e raccolti nel suo studio-serra a grandi vetrate adiacente alla splendida casa da cui domina tutta Induno Olona e parte della Valceresio, solo una piccola parte andrà in mostra.

Frutto di intuizioni, di scarti, di prove, di lunghe verifiche anche con se stesso e tuttavia di progeniture forti con il lavoro precedente. Spostando i lavori, Vicentini mostra la “mamma”, il “papa” dei lavori che andranno in mostra. E c'è anche il “nonno”. Spunta anche un fratello, di fronte ad una immagine speculare racchiusa dentro una sua opera. “Forse perché – commenta l'artista – sono stato figlio unico, l'idea del fratello mi è rimasta dentro”.

Colore crudo 2007Colore crudo 2007

Sono opere dunque che parlano di un linguaggio comune, eppure, come spiega nell'intervista, nascono da nuove esigenze e da nuove intuizioni. Sui materiali, soprattutto. Su questo poliestere, per dire. Prodotto da una ditta della bergamasca, Vicentini ha compiuto diverse sperimentazioni tanto da rendere entusiasta l'amministratore delegato dell'azienda per l'utilizzo creativo, libero, di un materiale normalmente inerte e destinato all'opacità di un destino industriale.

Qui invece, applicato con colle speciali, su texture pregiate e delicate, non a caso, provenienti da uno dei migliori fornitori di tele braidensi, acquistano una tutta loro peculiare specificità e lussuosità espressiva.

Vicentini ci aggiunge altro. Tratta la tela, con monocromatismi secchi. Il bianco di zinco, il nero opaco, più raramente, nel “nonno”, una texture pittorica con effetto marmorino e poi una volta applicate le due valve di polifoil sulla testa spesso ne argina i contorni o ne divide le superfici con rigorose bande di colore puro, fatte con riga e scotch, senza fronzoli. Puro, crudo, spietato anche nel punto e a capo.

Sono i contrappesi, le bilanciature di chi vuole avere l'ultima parola sul suo spazio pittorico, vuole fermare la casualità, raddrizzare bloccare, ridestare, contrappuntare, in maniera inesorabile. Se c'è rabbia, c'è anche raziocinio. E molta sapienza.

Giorgio Vicentini. Colore crudo
Duetart GalleryVarese – Vicolo Santa Chiara 4
Fino al 26 aprile
orari: da martedì a sabato 15.30-19.30
info@duetart.com
www.duetart.com