Busto A. – “Azzurro quasi ovunque.” Ho scelto questo titolo perché rappresenta il filo conduttore dei colori in mostra ed è simbolo di pacificazione“. Così Cristina Limido esordisce presentando le proprie opere esposte nella personale allestita, sino al 13 ottobre, allo Spazio Arte Carlo Farioli. Sfumature di blu che si dissolvono in infinite tonalità, liberano emozioni e incanti, raccontano e segnano alcuni momenti di un’ intima ricerca espressiva nel segno e nel linguaggio. Negli ultimi lavori, dalla tavolozza vivace e fresca, Limido accarezza con gli azzurri la composizione, mescolandosi nel ritmo vorticoso e vertiginoso dei rossi e arancio con tocchi di tenerezza. Azzurro come il desiderio di evadere, di spaziare in mondi altri, di cogliere pensieri, sogni e ricordi inseparabili.

La mostra
Il percorso dell’esposizione si snoda attraverso una serie di opere suddivise in tre nuclei: Dipinti, carte e Le Intruse. Scorrono, tela dopo tela, i linguaggi dell’artista, anche i meno conosciuti, come il ciclo dedicato alle illustrazioni dove protagoniste sono le carte da gioco, interpretate in modo  scherzoso. Fanno capolino poi le sculture, qui chiamate “Le Intruse“, ispirate ai volti femminili dove l’attenzione si concentra sugli sguardi. Occhi che chiamano, chiedono, interrogano… come in attesa di risposte, di dialogo, di ascolto. Voglia di comunicare, tematica che l’artista affronta soprattutto negli ultimi dipinti, astratti, dove, abbandonato ormai il figurativo e immersa in esplorazioni di sintesi e simboli, irrompe sulla composizione con elementi ispirati a scale o passerelle quasi a simboleggiare il tentativo e il richiamo al contatto. Dipinti pregni di lirismo che si dissolve in tenui cromie, soffuse, pennellate morbide dove pare che l’artista voglia abbandonarsi a delicate confidenze. Qui la forza dei neri, che entrano prepotenti, aggressivi, sgocciolano, si intrecciano, graffiano i colori squillanti, scompaiono mentre la poesia prende il sopravvento.

Le recenti evoluzioni
Negli ultimi lavori si inserisce anche una ricerca materica di materiali – sottolinea Sara Rizzo, critico d’arte e curatrice della mostra – fibre tessili, in particolare la juta che rappresenta la recente evoluzione di Cristina. I suoi dipinti, da una figuratività di tipo espressionista, post-espressionista, dai colori lontani dal reale, ma che tendono a restituire una cifra emozionale molto alta, a volte anche violenta, passano, via via, da un approccio di riduzione a una ricerca verso l’astratto, riducendosi a un segno grafico molto semplice, fino alla sparizione“.
La mostra, allestita in via Silvio Pellico, 15, è visitabile sino al 13 ottobre nei seguenti orari: da giovedì a sabato dalle 16.30 alle 19; domenica dalle 10.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.

Anita Venegoni