Milano – Una grande mostra si apre da oggi, (27 gennaio) al Museo Diocesano Carlo Maria Martini. Si tratta della personale di Lee Jeffries (Bolton, UK, 1971), il fotografo diventato la voce dei poveri e degli emarginati.

La mostra, dal titolo “Lee Jeffries. Portraits. L’anima oltre l’immagine” presenta una cinquantina d’immagini in bianco e nero e a colori che catturano i volti di quell’umanità nascosta e invisibile che popola le strade delle grandi metropoli dell’Europa e degli Stati Uniti.

Fotografo autodidatta, Jeffries inizia la sua carriera quasi per caso, nel giorno che precedeva la maratona di Londra del 2008 quando scatta una fotografia a una giovane ragazza senzatetto che sedeva all’ingresso di un negozio; rimproverato per averlo fatto senza autorizzazione, Jeffries si ferma a parlare con lei, a interrogarla sul suo passato, a stabilire un contatto che andasse al di là della semplice curiosità per scavare nel profondo dell’animo della persona che aveva di fronte.
Da allora inizia a interessarsi e a documentare le vite degli homeless, senza tetto, passando dai vicoli di Los Angeles fino alle zone più nascoste e pericolose delle città della Francia e dell’Italia.
Grazie al suo sguardo e alla sua arte spirituale, come lui stesso è solito definirla, l’artista fa emergere le persone senza fissa dimora dal buio in cui sono reclusi e cerca di ridare luce e dignità a ogni essere umano.
Il suo è uno stile caratterizzato da inquadrature in primo piano fortemente contrastate, e da interazioni molto ravvicinate con i soggetti, uomini e donne che vivono ai margini della società, incontrati per le strade del mondo.
La sua cifra stilistica più caratteristica è quella del ritratto, sempre frontale e ravvicinato, spesso con sfondi monocromatici scuri che, elaborati con un efficace lavoro su luci e ombre, fa emergere i volti nella loro straordinaria potenza espressiva, capace di comunicare la loro sofferenza, il loro disagio e la loro condizione infelice.

“Il Museo Diocesano di Milano afferma Nadia Righi, direttrice, prosegue la sua indagine sulla fotografia, iniziata già da qualche anno, proponendo iniziative dedicate ai grandi maestri di questa forma espressiva, affiancandole a quelle che presentano le opere di autori meno conosciuti che, con le loro immagini, riescono a farci riflettere su aspetti significativi della nostra società”.
L’esposizione, a cura di Barbara Silbe e Nadia Righi,rimarrà in calendario sino al 16 aprile nei seguenti orari: martedì- domenica, 10-18. In occasione dell’apertura della mostra, questa sera il Museo Diocesano rimarrà eccezionalmente aperto fino alle 22 (ultimo ingresso alle ore 21.30), con la possibilità di visitare la collezione permanente e le tre esposizioni temporanee (Lee Jeffries. Portraits; Raffaello. La predella della Pala Oddi; Il Presepe di carta di Francesco Londonio).