Magritte, La voix du sangMagritte, La voix du sang

Ubriacarsi di etichette – Linea dada-surrealista ironica, area post-duchampiana concettual-oggettuale. Pare proprio che con l'arte di René Magritte le etichette non tengano. Ancora oggi l'interpretazione della sua opera sconta, in parte, il fatto di essere omologata nella vasta onda Surrealista senza che ne vengano precisate le differenze. E così si rischia di perdere il lato più originale della produzione magrittiana, a cominciare dalla pungente ironia fino alla profonda consapevolezza nei riguardi delle strutture semiotiche del linguaggio (da de Saussure a Wittgenstein). Conviene ricordare che fu proprio Michel Foucault a dedicare un lungo e complesso studio sul linguaggio magrittiano che per primo dimostrò di aver compreso l'insanabile frattura parola-significato-oggetto.

La natura e il suo mistero – Nelle sue opere, Magritte fa costantemente dialogare e giocare gli elementi della natura, filtrando il tutto attraverso uno sguardo lucido e una mente incredibilmente visionaria. Milano decide così di lasciarsi solleticare dall'arte di uno fra i più misteriosi pittori del Novecento. Al tema della natura, è dedicata la grande mostra a Palazzo Reale (fino al 29 marzo 2009) che presenta oltre cento dipinti, insieme a gouaches e sculture, provenienti da collezioni private e dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, la collezione pubblica più importante al mondo di opere dell'artista.

Magritte, Souvenir de voyageMagritte, Souvenir de voyage

Influenze reciproche – Il percorso espositivo muove dai primi dipinti del Maestro, passando attraverso l'esperienza surrealista influenzata da De Chirico, fino ad arrivare alle immagini più oscure concepite fra le due Guerre. Segnaliamo i capolavori: "Souvenir de voyage", "L'heureux donateur". Per la prima volta a Palazzo Reale verrà inoltre esposto un manoscritto originale, contenente il carteggio autografo tra René Magritte e Camille Goemans.

Sul filo della logica – Magritte ha posto il paradosso e le contraddizioni dell'uomo moderno al centro della sua ricerca. Una frattura che si alimenta in un ironico silenzio di negazioni logiche reciproche, di autonegazioni brucianti. La celebre dichiarazione "Ceci n'est pas une pipe", inchiodata come trompe l'oeil in un suo celebre dipinto, ha una violenza disarmante, veicolando una carica di suspance che alimenta il senso di mistero. Ma René Magritte, detto anche "le saboteur tranquille" per la capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, non avvicina il reale per interpretarlo, né per ritrarlo, ma per mostrarne il Mistero in-definibile. Buona parte della sua opera, inoltre, si presenta come una lucida e fredda evocazione della crisi che terremota le certezze del linguaggio tra la fine del XIX secolo e l'inizio del successivo. Così la mostra, curata da Michel Draguet e Claudia Beltramo Ceppi, delinea la statura di uno dei grandi maestri del XX secolo che ha forzato e messo in discussione la logica dei luoghi comuni.

Magritte – Il mistero della natura
Milano, Palazzo Reale
22 novembre – 29 marzo 2009
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 19.30;
lunedì, dalle 14.30 alle 19.30;
giovedì, dalle 9.30 alle 22.30
Info Mostra: www.mostramagritte.it