Un'opera di BruttiUn'opera di Brutti

Arte oggi – Non facile. Confrontarsi oggi con la contemporaneità e spronare la gente. Uscire dal solitario silenzio della massa lanciando un sasso senza nasconder la mano, che faccia rumore, molto rumore. Senza pregiudizi e giudizi, ma solo tentativi d'ascolto e provocazione. Solleticare quell'io di ognuno che a volte rimane  seduto e attende senza mettersi in gioco, vivendo una vita tranquilla, quella che di fondo cercano tutti, ma che per un artista a volte non basta. L'arte contemporanea è provocazione, è ricerca di significati e sprono, perchè il diletto estetico e la bravura artigiana, seppur nobile e rispettabile non a tutti basta. Una concezione complicata di Arte con la quale chi crea deve confrontarsi e che non per forza conduce a risposte assolute, non c'è infatti il preconcetto oggettivo, manca l'ideale di bellezza che c'era in passato, ma non cade l'arte, continua ad esistere e far emozionare come può, coi mezzi di oggi. Danilo Alessandro Brutti, giovane artista del gallaratese è cosciente del tempo in cui lavora e della storia artistica che l'ha preceduto, dalla quale prende l'ispirazione per gli ultimi lavori che presenterà a Daverio da sabato 10 maggio. Non un risultato, ma tappa di un progetto in divenire, carico di emozione, che osa, questo è 'La Casadisegni 2007/2008'.

Le Pitture Nere nel 2008 – "L'idea è nata dalla Quinta del Sordo di Goya, ultima casa in cui ha vissuto l'artista, in completo isolamento. Io ho voluto trasportare l'atmosfera che deve aver vissuto Goya in quel periodo all'interno della casa galleria di Daverio; è un lavoro a distanza che prende spunto dal maestro spagnolo, ma che proseguirà e diverrà prossimamente anche un'azione video" spiega l'artista "ho quindi deciso di esporre le mie Pitture Nere, parallelo con l'arte di Goya di quel periodo. Sono principalmente figure bendate che ho recuperato da un mio progetto precedente incentrato sulla manifestazione di alcuni aspetti della modernità. Il tutto muove dall'insoddisfazione perpetua, generata dal fatto di avere tutto, in sovrabbondanza" continua Brutti. Le sue opere ritraggono la figura umana con segni grafici scarni, essenziali e con una componente erotica evidente nelle pose e negli oggetti che accosta. Ma l'artista cerca anche altrove. A Daverio infatti ci saranno anche sculture, volti che appaiono imprigionati da bende che ne nascondono la fisionomia. Il soggetto nel suo caso diviene accessorio dirompente, pretesto che deve sorprendere e provocare.

Danile Brutti, You can seeDanile Brutti, You can see

Inquietudine spagnola – "Io propongo il mio lavoro, ma lo lascio anche sospeso, non giudico, non c'è la componente del giudizio. Cerco di rappresentare ciò che accade oggi, ci si può più o meno ritrovare nel mio pensiero. Si cerca ciecamente di avere sempre tutto, e sempre ciecamente si guarda al mondo. Le opere esposte saranno corredate di 'cordoni ombelicali per la testa' che partono dalla tela per uscire fino al di fuori della galleria. Quest'intervento ha una doppia valenza: da una parte il cordone è visto come nutrimento, forza prestabilita, esterna ad una nostra scelta che ci manovra e quindi rende ciechi; dall'altra può essere visto come la scelta del singolo di non voler vedere e rimanere ancorati a questo cordone, comunque ciechi" spiega ancora l'artista. Nello spazio espositivo di Daverio un suono di fondo accompagna la visita. Un suono studiato apposta, un suono che richiama alla situazione embrionale. "Per quanto riguarda i soggetti, nonostante l'evidente componente erotica delle immagini, sono scelti perchè siano un modo per risvegliare l'attenzione, per provocare, lanciare un messaggio con forza, dovrebbe servire a farlo imprimere con più forza". L'artista conclude aggiungendo un altro riferimento a Goya, all'opera "Saturno che divora i suoi figli", capolavoro che a prima vista fa raccapricciare, parte della serie delle "Pitture nere", 13 dipinti realizzati sulle pareti della propria casa, la "Quinta del sordo", a Manzanares, presso Madrid, dove abitò negli anni tra il 1819 e il 1823. Il titolo, dato postumo, ha cercato di svelare la vera iconologia dell'opera, che si pensa possa essere espressione del conflitto tra vecchiaia e gioventù, del tempo come divoratore di ogni cosa oppure emblema della Spagna stessa che divorava i suoi figli migliori in guerre e rivoluzioni, o, più in generale, la condizione umana nei tempi moderni. Una pregnanza, una brutalità, una forza espressiva cui ambisce anche Brutti.

La Casadisegni 2007/2008
Mostra personale di Danilo Alessandro Brutti

A cura di Igor Zanti
dal 10 al 28 maggio
Galleria Undergallery
Piazza Montegrappa
Daverio (VA)
Inaugurazione: Sabato 10 maggio 17-20
+39 3482202587 (info)