![Elad Lassry, Short Ribs, Eggs, Courtesy Massimo De Carlo](/wp-content/uploads/2017/07/cf50e3aa941ba13a28d7ed912032df41.jpeg)
Massimo De Carlo
Patinate e iperreali… Le immagini di Elad Lassry (Tel Aviv, 1977) ostentano corpi e oggetti perfetti che catturano lo sguardo con accostamenti azzardati e colori brillanti. L'artista israeliano separa le immagini dalla loro funzione comunicativa-pubblicitaria e si confronta con il mondo iconico della storia dell'arte contemporanea. Oggetti e soggetti, all'apparenza familiari, estrapolati dal loro contesto originario e proiettati in un mondo straniato, attivano nella mente dello spettatore diversi livelli di interpretazione: sono nature morte, composizioni scultoree o fotografie pubblicitarie? Impressioni e reminiscenze si mescolano tra loro dando vita a dei veri e propri cortocircuiti visivi/mentali che giocano con la (possibile) ambiguità delle immagini e con la percezione dei singoli fruitori.
"Sculture cui capita di essere fotografie" o fotografie che diventano rappresentazioni scultoree, come nel caso di Short Ribs (2012) dove una bottiglia di latte, dei pezzi di carne e delle uova, che si sdoppiano su una superficie riflettente, diventano l'enfatizzazione della messa in scena pubblicitaria, emblemi dell'artificio della
![Elad Lassry, Woman (Green Bow), Courtesy Massimo de Carlo](/wp-content/uploads/2017/07/418329103569c5a07373ba9ad30293be.jpeg)
Courtesy Massimo de Carlo
costruzione. In Woman (Green Bow) (2012) questa sensazione di artefatto si acuisce ancora di più: una donna nuda, con la testa fasciata da un eccentrico copricapo, è seduta davanti a un piano su cui poggia una bottiglia verde che riprende il colore dominante della scena. Cosciente dell'obiettivo la "modella" si abbandona alla ripresa lasciando che sia lo stesso spettatore a fantasticare sul dilemma: ritratto o fotografia di moda? Quesiti a cui nemmeno i suoi film riescono a rispondere, muti e sospesi nel tempo, animati da personaggi che assomigliano più a dei manichini o a dei pattern.
Con pochi e mirati stratagemmi (cornici, colori sgargianti, assenza di luce naturale), uniti alla sperimentazione e manipolazione del linguaggio fotografico, l'artista rafforza la concretezza delle immagini, spesso talmente tridimensionali da bucare l'inquadratura. In mostra anche disegni e sculture a parete, due tipologie recenti di opere che spingono questa relazione tra immagine e oggetto verso forme più complesse, trasformando lo sfondo in una sorta di vetrina-contenitore.
Elad Lassry
Verso una nuova immagine
Fino al 16 settembre 2012
PAC – Padiglione d'Arte Contemporanea
Via Palestro 14, Milano
Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30, martedì- domenica dalle 9.30 alle 19.30
giovedì dalle 9.30 alle 22.30
Ingresso gratuito