Le geometrie “introspettive” di Claudia Canavesi

Dalla sezione aurea alle forme cellulari delle diatomee fino alle architetture. Un viaggio nel mondo dell'artista carnaghese Claudia Canavesi, dove scale, porte e finestre sono il punto di passaggio tra il noto e l'ignoto, il rigore e l'emozione

Carnago Le opere di Claudia Canavesi  accompagnano in luoghi, stanze e spazi dove richiami di architetture e della natura  hanno lasciato il loro segno.
Da sempre  è affascinata dalle  geometrie, richiami  che vive e reinterpreta  nei suoi lavori.

Strutture antiche, contemporanee, religiose, vicine o del mondo, vengono indagate dall’artista che osserva fin nei più piccoli dettagli, come nella peculiare ricerca di impronte che la natura “scrive” all’interno del microcosmo.

Entra in contatto energicamente e  da queste tensioni nascono le opere.  Lo stesso processo avviene con  la materia con la quale interagisce : carta, ferro e,  in passato anche la pietra. Una fusione di interiorità ed esteriorità di pensieri e di vibrazioni che permettono al suo universo più profondo di esprimersi.
Studi ed esplorazioni dove la geometria viene declinata  per esprimere intuizioni e vissuti spaziali e temporali.

Nelle sue narrazioni , che siano incisioni, disegni, sculture o installazioni, spesso ci si imbatte in cerchi, sfere, spirali e scale. Scale che salgono e scendono. Scale che non portano a nessun luogo  o in tanti luoghi,  passaggi segreti che conducono a un universo più  complesso in un gioco prospettico .

La scala è un soggetto o meglio è una delle mie malattie. – spiega l’artista – Nei miei lavori si vedono spesso le scale, le finestre o i cerchi,  che poi diventano semisfere, sfere o cupole.  Tutto l’aspetto che rappresenta e  identifica il cosmo. Ma si possono incontrare anche forme quadrate  che simboleggiano la terra e che, poi diventano cubi  spesso in rapporto al cosmo.  E’ un tentare di rincorrersi tra loro”.

“Forme – prosegue Claudia – che simboleggiano una necessità espressiva che probabilmente è anche introspettiva.  Infatti, la  scala  in discesa,  va  verso se stessi, dentro, nel buio  e indica il conoscersi. Al contrario, quella in salita rappresenta la coscienza  intellettuale, quello a cui la mente pensante ambisce nella cultura  e nel comprendere quello che mi circonda”.

L’artista percorre lo spazio, lo abita,  non solo  con il  corpo, ma ancor di più  con la proiezione di un pensiero.
Scale, porte, finestre sono forse il punto di passaggio tra il noto e l’ignoto,  il rigore e l’emozione .

Claudia Canavesi si rappresenta con sincerità, con la necessità di continuare a conoscere fuori, nell’orizzonte, lontano, in salita ma anche dentro. Ogni periodo della vita porta con se nuove situazione e la ricerca più intima e più esterna continua di pari passo e in ogni dove.

Informazioni e contatti con l’artista: info@claudiacanavesi.it

E.Farioli