Busto A. – La Fondazione Bandera per l’Arte si prepara a ospitare la personale dell’artista Giulio Calegari dal titolo “Fugaci umane tracce”. L’esposizione, inserita nell’ambito della XIX edizione di Filosofarti si aprirà domani (25 febbraio) con inaugurazione alle 18.
Caligari è architetto, già docente all’Accademia di Belle Arti di Brera per il corso “Archetipi dell’immaginario”, Conservatore onorario della sezione di Paleontologia del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, per il quale ha diretto dal 1983 tutte le spedizioni archeologiche in Mali, Eritrea, Marocco e Togo, autore di numerose pubblicazioni scientifiche, Calegari trasferisce la conoscenza e l’esperienza maturata in ambito storico/archeologico nella propria produzione artistica.

Il frutto delle esperienze si concentra in una cospicua parte delle opere in mostra, intitolata “Autobiografia sotterranea”. Un ampio riferimento agli studi e alle scoperte sull’arte rupestre africana e nei lavori compaiono i gesti legati alla scheggiatura di manufatti archeologici reinterpretati poeticamente.

Immagini di piccoli molluschi che abitavano le grotte, calchi di unghie preistoriche rilevate da un coccio del Neolitico, impronte antiche e tracce di ocra rossa vanno a formare un piccolo e quasi evanescente mondo antico nel quale è contenuta la storia dell’umanità.

L’idea di Limite /Illimite si intreccia ad una ricerca storica che oltrepassa i confini di spazio e tempo arrivando a noi in forma di nuovi manufatti artistici che hanno la finalità di farci percepire l’universalità del pensiero umano.
La mostra rimarrà in calendario sino al 25 marzo. Orari al pubblico: da giovedì a domenica dalle 16 alle 19.

 

Cenni biografici

Giulio Calegari è architetto, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dirige il periodico “Archeologia africana – saggi occasionali” e ha diretto numerose spedizioni archeologiche in Africa per conto del Centro Studi Archeologia Africana e del Museo di storia Naturale di Milano. Ha curato i volumi “L’uomo e l’ambiente del Sahara preistorico”, “La religione della sete – l’uomo e l’acqua nel Sahara”, è pubblicato il “Repertorio dell’arte rupestre dell’Eritrea”. Del 2015 è il suo libro ”Ricette atmosferiche – Una guida situazionista a Milano ”Sedizioni Diego Dejaco Editore, e del 2017 “Aperture all’immaginario – Tra archeologia africana e incertezze” Quodlibet. Dalla fine degli anni Sessanta sviluppa una ricerca artistica a spiccato carattere performativo utilizzando spesso metodi mutuati dall’ambito antropologico unitamente all’uso di nuove tecnologie per portare alo
scoperto la sua ricerca del passato più antico e la frequentazione di spazi inesplorati.