Bisogna fare un salto a ritroso nel tempo con, da parte di chi scrive, una certa malinconia, quando a fare conoscere Gunther Forg a Milano furono Salvatore e Caroline Ala.
Storica galleria che fu costretta a chiudere, dopo anni di grandi mostre, per l'esorbitante fluttuazione del canone d'affitto dettato dalla differente destinazione d'uso commerciale.
Chiusura seguita alcuni mesi dopo dalla scomparsa di Salvatore.
A riproporre, con una seconda personale le opere dell'artista tedesco morto a Friburgo nel 2013, con "Le coppie si passano la palla", cadenza che rimanda agli scritti del connazionale Peter Handke e al suo "Prima del calcio di rigore", è Giò Marconi.
Nato a Fussen nel 1952, Forg insegnò all'Università di Arte e Design di Karlsruhe e in seguito all'Accademia delle belle Arti di Monaco, tra le sue infinte mostre nei più importanti spazi del mondo ricordiamo le personali al Musèe d'Art Moderne de la Ville de Paris e al Musum of Modern Art di New York.
In mostra, piccoli quadri raffigurano, in miniatura, lo stesso soggetto visibile nelle opere di grandi dimensioni, a definire il percorso creativo di Forg che, contrariamente a quanto avviene normalmente, trovano soluzione nelle grandi misure, per poi ridefinirsi, a seguito di una meditazione definitiva, in spazi ridotti.
Qui si comprende l'ironia del titolo, ogni coppia di opere, rimanda alle successive.
E' nella libertà del tratto, nell'accostamento dei colori, nella cadenza degli spazi la deliberata volontà espressiva di Forg.
Come i bambini anche gli artisti si divertono, e Forg si divertiva creando luoghi dalle successioni tonali definiti con passaggi di estrema delicatezza per poi lasciarsi andare in ritmie di segno-colore, di incontenibile gioia, così, in piena libertà.
Libertà possibile, data dalla conoscenza delle ferree regole che strutturano l'impianto accademico.
Gunther Forg – "Le coppie si passano la palla"
Milano – Giò Marconi, Via Tadino 20
Fino al 21 maggio
Orario: martedì-sabato 11-19