Fino a novembre i numerosi visitatori della Rocca di Angera avranno modo di ammirare ulteriori tesori nelle sale del Museo della bambola. È infatti allestita una piccola mostra dedicata alle case delle bambole, un genere di "GIOCATTOLO" nato nel Seicento, in Europa settentrionale, in paesi come Olanda, Inghilterra, e divenuto poi "di moda" presso l'aristocrazia e l'alta borghesia.

Inizialmente le case erano progettate come case reali ma in miniatura, poi persero la connotazione architettonica e si trasformarono in prodotti di lusso. Le case di bambole ebbero un grande successo, trasmesse spesso di generazione in generazione e di volta in volta arredate a seconda delle mode e dei gusti dell'epoca. Nell'Ottocento addirittura divennero degli status symbol per la classe borghese, che intendeva imitare la famiglie storiche blasonate ricorrendo alle loro abitudini.

Tutte le case, come l'allestimento ben mostra, sono dotate di mobili, accessori vari: le stanze sono riproduzioni miniaturistiche, ma fedelissime, delle reali stanze delle abitazioni. Il mondo domestico del passato è rappresentato in tutte le sue sfaccettature, e racconta la vita quotidiana così come le società dell'epoca. Così come le case delle favole: in esposizione è presente la casa della favola di Hansel e Gretel, fatta di marzapane, biscotti, dolci.

Case ma non solo: in esposizione troviamo casette-scuola in scala ridotta, con tutto il corredo didattico, quali piccoli banchi coi libri, quaderni minuscoli; oppure la cucina, fornita di accessori, mobili in legno, interi completi di pentole in rame, servizi da tè in porcellana.
Ma anche la casa-chiesa, dotata di paramenti liturgici e arredi sacri: lo scopo non era solo il divertimento, ma anche l'educazione dei bambini, in particolare di quelli che già da piccoli erano destinati al sacerdozio.
Case di bambole quindi non solo semplici giocattoli, ma specchio di un mondo ormai non più esistente, cartina tornasole della società ottocentesca, fonte di informazioni sui costumi e sulle mode dell'epoca.