Torino – E’ dedicato a Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007) compositore, artista e sperimentatore il secondo appuntamento delle esposizioni realizzate dalla Videoteca Gam in collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia.
La mostra presenta due video: Kunst ist einfach (L’arte è facile), del 1973, e Spoleto Concert. Nel primo l’artista riprende a telecamera fissa, le parole che compongono la frase del titolo, tracciate a inchiostro di china su grandi fogli bianchi. La frase è uno dei suoi più noti statements dove vi si trova riassunto il senso del suo intero operare. Brevi affermazioni che intendono significare come in ogni gesto, segno, suono o rumore, può essere arte. Arte in quanto aspetti della totalità di cui si compone la vita, nell’agire quotidiano e nella complessa sfera sonora e visiva del mondo ci rende attori e spettatori di una continua caotica creazione dove non esistono e non devono esistere regole compositive. Chiari, a partire dagli anni ’50 invita a considerare una visione alternativa a quella cosmica che ripensa la musica a partire dalla libertà del caos. Ecco che alla centralità del principio di composizione si sostituiscono quelli di improvvisazione e sperimentazione. Dagli strumenti tradizionali l’attenzione si sposta sulle innumerevoli possibilità di produrre suoni con oggetti comuni, con materiali e sostanze come il vetro, la carta, l’acqua. Chiari suona stanze, suona le città, immagina partiture per il traffico di automobili. E quando esegue la propria musica con strumenti classici come il pianoforte, nel video Spoleto Concert, la tecnica pianistica si apre ad ogni possibile gesto. I tasti bianchi e neri si riducono a semplice sfondo visivo, mentre le mani si muovono al di sopra e nell’aria. La tastiera per l’artista è una lunga striscia bianca sulla quale lasciare un’impronta come sulla sabbia.
Affiancano i due video l’opera “La musica è facile” realizzata nel 1972 e composta da quindici grandi fogli su ciascuno dei quali l’artista ha scritto una delle quindici lettere che compongono la frase. I caratteri, tracciati con gesto continuo, sembrano unire idealmente il fluire gestuale della calligrafia a china giapponese “con la consapevolezza che il suono del pennello sulla carta è parte di quella musica totale di cui Chiari ci prepara all’ascolto: i fogli sono spazio della parola, del disegno e del suono.

L’esposizione (Via Magenta, 31) rimarrà in calendario sino al 27 settembre. Orari: venerdì e lunesì dalle 13 alle 20; sabato e domenica 10-19.

E.F.