Siena – “Il sogno di Lady Florence Phillips – La Collezione della Johannesburg Art Gallery” è la mostra allestita a Santa Maria della Scala, a cura di Simona Bartolena. Una figura straordinaria quella di lady Florence, tutta da scoprire, che comincia ad appassionarsi all’arte, prima timidamente, poi con sempre maggior convinzione fino a fondare un museo. La mostra di Siena presenta una selezione della grande raccolta, di circa sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, che ripercore oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, spaziando dai grandi artisti europei dell’Ottocento ai maestri (forse meno noti ma certo sorprendenti) della scena sudafricana del XX secolo: da Degas a Rossetti, da Corot a Boudin, da Courbet a Monet, da Signac a Van Gogh, da Picasso a Bacon, Lichtenstein e Warhol, fino a William Kentridge. Una serie inaspettata di capolavori che permettono di percorrere un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte del XIX e XX secolo, dall’Europa agli Stati Uniti, fino al Sudafrica.

Lady Florence Phillips
La vera protagonista dell’esposizione è Lady Florence Phillips. Nata il 14 giugno 1863 a Cape Town sposa nel 1885  Lionel Phillips, un potente magnate delle miniere di diamanti. Con lui si trasferisce a Johannesburg. Nel 1892 Lionel viene eletto presidente della Chamber of Mines, acquistando sempre più potere e perseguendo interessi politici che sfoceranno nel coinvolgimento personale nel “Jameson Raid”, il fallimentare tentativo britannico di sovvertire il governo sudafricano, allora ancora in mano ai boeri. Consegnatosi alla giustizia per chiedere la grazia, Phillips venne invece condannato a morte, ma dopo sei mesi di prigionia venne liberato e costretto all’esilio in Inghilterra. Florence, che fino ad allora aveva viaggiato molto, torna in quell’occasione accanto al marito e lo segue a Londra. È questo il periodo in cui  comincia ad appassionarsi all’arte, prima timidamente, poi con sempre maggior convinzione, cominciando a maturare la convinzione che l’arte potesse essere utile, farsi strumento di aiuto sociale, in particolare per le fasce di popolazione più bisognose. Tornata a Johannesburg nel 1906, comincia a dare corpo al suo sogno di realizzare qualcosa di importante per il Sudafrica. Guidata da uno straordinario filantropismo, oltre che dalla volontà di dare visibilità e credibilità culturale al proprio paese d’origine, Lady Phillips immagina una galleria pubblica di livello internazionale, con sede a Johannesburg. Il contributo di Florence per il proprio paese non si ferma alla creazione del museo. Collezionista di manufatti africani, si prodiga nella divulgazione e protezione delle tradizioni dei nativi.  Florence muore il 23 agosto del 1940, nella tenuta di famiglia nel West Somerset. Il suo ricordo è immortalato in alcune immagini fotografiche e in splendidi dipinti. Uno di questi è la tela di Antonio Mancini, che la ritrae all’età di 46 anni, esposto in mostra dal quale prende avvio il percorso espositivo.

La mostra
Dopo un’introduzione sulla figura di Lady Phillips, la mostra comincia il percorso espositivo con la sezione dedicata all’Ottocento inglese, con opere di Joseph Mallord William Turner, grande protagonista del romanticismo britannico, dei Preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti e John Everett Millais e di Sir Lawrence Alma-Tadema. Nella sezione successiva prende corpo invece un nucleo di opere francesi della seconda metà dell’Ottocento tra le quali la veduta delle falesie normanne di Étretat di Gustave Courbet e altre opere di François Millet e Henri-Joseph Harpignie.
Il percorso prosegue con gli impressionisti Monet, Sisley, Degas e Guillaumin e alcuni protagonisti della scena postimpressionista. Notevole spazio è stato dato al pointillisme grazie alla presenza di due capolavori di Paul Signac, un paesaggio di Lucien Pissarro e un importante lavoro di Henri Le Sidaner.
Il passaggio al XX secolo è scandito dai disegni di due grandi scultori: Auguste Rodin e Aristide Maillol.
E’ inoltre è possibile “immergersi” nei dipiti di André Derain, osservare l’approccio già avanguardista di Ossip Zadkine e “sognare” nell’inconfondibile eleganza del segno di Amedeo Modigliani e dello sguardo di Henri Matisse. Quattro grafiche e una significativa “Testa di Arlecchino” a pastello, raccontano la ricerca di Pablo Picasso.
La collezione storica dedicata al secondo Novecento è testimoniata da un tormentato ritratto maschile di Francis Bacon accanto a un intenso carboncino di Henry Moore, e due capolavori pop di Roy Lichtenstein e Andy Warhol.

L’ultima sezione della mostra si chiude con tre splendide opere di William Kentridge, il più noto rappresentante dell’arte sudafricana nel mondo contemporaneo.
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 10 gennaio. Orari: tutti i giorni dalle 10.30 alle 18. (ultimo ingresso 17.15).