Laveno Mombello – Niente paura! Il grande cetaceo spiaggiato sul lungolago non è il gigante dei mari ma una suggestiva installazione dell’artista Stefano Bombardieri che la Galleria d’arte Ottonovecento presenta al pubblico sino al 31 ottobre.

La grande scultura, di estrema forza compositiva è intitolata “Gaia e la Balena” ed è collocata davanti alla sede dello spazio espositivo, al civico 40. E’ dunque possibile ammirare una bambina che l’artista ha creato in metallo e resina, alta un metro e cinquanta cerca di trarre in salvo con l’uso di una corda una balena di venti metri di lunghezza.
Da anni Stefano Bombardieri propone sculture “taglia XXL” nelle piazze di tutto il mondo e per due volte ha partecipato alla Biennale di Venezia. Le sue creature, spesso ispirate a tematiche attuali come nel caso di “Gaia e la balena” ci ricordano il pericolo della loro estinzione. Spingono l’osservatore a riflettere e a confrontarsi con le inquietudini e le contraddizioni della società contemporanea nonché con le paure e i desideri inconsci personali assumendo in questo senso un valore simbolico e metaforico di grande attualità.
L’installazione “Gaia e la Balene” è stata esposta in altre città, quali Faenza, Mentone e Pietrasanta. Fino al 31 ottobre; Galleria Ottonovecento, lungolago 40; orari: da mercoledì a domenica ( festivi compresi) dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22.

L’artista

Stefano Bombardieri nasce nel 1968 a Brescia.
Figlio di scultore, affianca gli studi artistici alla frequentazione, sin da giovane età, dello studio del padre, Remo Bombardieri, dove affina le sue conoscenze tecniche.
Accanto alla realizzazione di sculture figurative, in prevalenza di grandi dimensioni, crea opere legate all’arte povera, all’arte concettuale e alla video-installazione.
La sua ricerca artistica si sviluppa sulla riflessione, non senza suggestioni filosofiche, di alcuni temi, quali il tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore nella cultura occidentale, l’uomo e il senso dell’esistenza. Il suo lavoro parte dalla realtà tangibile per giungere a mondi interiori, universi fantastici.
A partire dagli anni Novanta espone in spazi pubblici e gallerie, prediligendo il dialogo tra opera e spazio urbano.

E.F.