Bisuschio, prospetto di San GiuseppeBisuschio, prospetto di
San Giuseppe

Questa è la prima chiesa di Bisuschio di cui si ha notizia. Nel Liber Sanctorum Mediolani (1288-1311) si legge infatti «In plebe Arzizate loco bexusgio est ecclesia sancti dionixij». Tutti i documenti che la citano la contraddistinguono con l'appellativo di vecchia: il vecchio S. Dionigi, la vecchia chiesa di San Dionigi. In essa venivano ad officiare i canonici di Arcisate ed era dotata di parecchi legati che in seguito furono trasferiti alla parrocchiale.

Nella visita dell'arcivescovo Gabriele Sforza compiuta il 26 luglio 1455
, venne descritta con precisione nelle visite pastorali della seconda metà del XVI secolo. Era una struttura molto semplice a due navate, coperta da travatura a vista, con due ingressi e una finestra sulla fronte occidentale, e un initium campanilis tra le due navate. La navata principale aveva un'abside dipinta da cui si accedeva in sacrestia, ed era illuminata da tre finestrelle a strombo sulla parete meridionale. Oltre all'altar maggiore esisteva anche un altare dedicato a San Rocco, poi soppresso.

San Carlo che visitò il paese nel 1574 la trovò in cattive condizioni
e lasciò ordini per il restauro e comandò che in essa si svolgessero gli uffici e si celebrasse, e non nella chiesa di San Giorgio in monte in condizioni ancora peggiori. Anche i visitatori diocesani successivi lasciarono ordini per il suo restauro. Anche il prevosto di Varese che venne in Bisuschio per raccogliere informazioni necessarie per l'erezione della nuova chiesa di San Giorgio in parrocchia (1602), la trovò in stato precario, ed il cardinal Monti in visita pastorale proibiva ogni ufficiatura fino al giorno in cui non fosse restaurata. Nel 1649 si asportava dal suo campanile l'unica campana e la si collocava sul campanile della chiesa parrocchiale.
La chiesa perse dunque progressivamente importanza con il passaggio della Parrocchiale a San Giorgio.
Divenuta sede della Scuola del Santissimo (costituita on licenza del cardinale Federico Borromeo nel 1627), fu riallestita a partire dal 1650 circa, mutandone l'orientamento, ricavando le cappelle del Carmine e dell'Addolorata, quest'ultima adattata nell'antica abside romanica e decorata con pitture. Nel 1651 donna Margherita Mozzoni lasciava mezzi alla chiesa perché vi si erigesse «un'ancona grande in onore della Beata Vergine con li quindici misteri del Rosario et un altare per celebrarvi». Si crede che l'ancona costituita in seguito a questo dono sia la sopracitata cappelletta dedicata

Bisuschio, San Giuseppe, abside maggiore di san DionigiBisuschio, San Giuseppe, abside
maggiore di san Dionigi

all'Addolorata.

Si eresse poi un nuovo altare con la pala di San Giuseppe, si riformò la sagrestia e si sopralzò il campanile, datato 1727, e lo si dotò di una campana. Il compimento dei lavori interni, sollecitato ancora nel 1707 e 1710, appare ultimato solo nel 1721, con la nuova dedicazione della chiesa a san Giuseppe. In un manoscritto dell'archivio plebano si legge che «L'oratorio di San Dionisio è risorto di fresco. Qui si porgono più frequenti i voti, cioè all'altare nel fianco meridionale, ove sta l'effige della Beata Vergine attonita sul cadavere dell'Unigenito.. l'altro altare sotto la cappella spiega l'immagine recente di San Giuseppe posta invece di san Dionisio. Altre due cappelle nella stessa chiesa dedicate a S. Antonio e S. Michele furono per decreto di San Carlo demolite».

Dell'edificio antico rimane la parte absidale, ora cappella dell'Addolorata, decorata all'esterno da coppie di archetti pensili in inquadrati da esili lesene. Le archeggiature ad ampio semicerchio sono in pietrame minuto, un ciottolo appuntito fa da pieduccio agli archetti binati. Tali archetti e le presumibili monofore absidali, sono però in gran parte camuffate dall'intonacatura tardo seicentesca.
Questa parte dell'originale costruzione è stata datata in base a confronti stilistici ai primi decenni del XI secolo.
Altri avanzi della costruzione primitiva potranno essere rintracciati nell'attuale facciata ove si aprivano le tre monofore, e nel campanile, la cui base è medievale, posto all'angolo nord ovest della navata primitiva, a fianco dell'ingresso. I mutamenti tardo secenteschi non fecero altro che inglobare la navata minore nel nuovo edificio, erigendo il nuovo altare sul muro di fondo e mantenendo sostanzialmente inalterata la sacrestia.

La chiesa si trova in condizioni purtroppo di degrado. Un necessario intervento potrà permettere lo studio e la valorizzazione della porzione medievale della chiesa, con scavo archeologico ed indagini sull'originario aspetto dell'edificio e dei suoi elementi.