La Stele di RosettaLa Stele di Rosetta

AngeraNapoleone partì dal porto di Tolone il 17 maggio del 1798. Per la cultura europea una data a dir poco cruciale. Per la cultura, per l'arte, per il gusto. Dalla quella spedizione con l'obiettivo di conquistare militarmente l'Egitto – obiettivo peraltro fallito dal Generale – ne è sortita, d'altro canto, una straordinaria fioritura più razionale, più scientifica, più severa anche, di tutto quell'enorme massa di suggestioni, simboli, elementi decorativi, immagini squisitamente esotiche che fino ad allora aveva impregnato di sé l'egittomania nelle corti d'Europa.

Da quella spedizione vennero i primi testi scientifici, quelli di Denon ad esempio, i primi repertori iconografici classificati; venne, sopratutto, ritrovata il 15 luglio 1799, la celeberrima Stele di Rosetta. Pietra nera, in granito scuro, allora incomprensibile, disputata negli anni a venire fra Francesi e Inglesi come bottino di guerra.

La spuntarono gli Inglesi che dal 1802 la conservano al British Museum a Londra. Ma Napoleone, e gli scienziati al seguito della spedizione, ne fecero alcuni calchi. E nella guerra della comprensione del reperto, i cugini d'oltralpe furono più veloci degli isolani. Jean François Champollion, successivamente nominato direttore della sezione egizia del Louvre, fu il primo nel 1822 a decifrare il contenuto, comparando il decreto del Faraone Tolomeo, in tre lingue: greco, egiziano demotico, e geroglifico.

Una storia affascinante, una pietra che ha aperto letteralmente un mondo e che è ancora oggetti di contenziosi, al pari di un capolavoro artistico, di un fregio del Partenone, dell'obelisco di Axum.
Sarà su questi argomenti che l'architetto Francesco Cuzzocrea parlerà stasera venerdì 16 presso la sala consigliare del Comune di Angera, alle ore 20.30, nel corso di una conferenza, organizzata dall'assessorato alla cultura del comune di Angera in collaborazione con l'Associazione La Nicchia.

Una carrellata di diapositive accompagneranno il pubblico nel mondo scoperto attraverso la decifrazione della mitica lingua dei segni geroglifici, all'interno della civiltà del Nilo che dalla pubblicazione in Europa del volumetto Jerogliphica nel 1422, passando per la figura di Ermete Trimegisto, ai tanti obelischi innalzati a Roma ai tempi della Renovatio Urbis Cinquecentesca fino, per dire, alla Aida zeffirelliana di poche settimane fa non ha mai smesso di colpire l'immaginario occidentale.