Elena LampertiElena Lamperti

Poesia – "Only the chemist can tell, and not always the chemist what will result from compounding fluids or solids. And who can tell how men and women will interact on each other, or what children will result?" È una domanda senza risposta, parole tratte dagli struggenti epitaffi della "Spoon River Anthology", la raccolta di poesie pubblicata da Edgar Lee Masters. Le immagini accorate di questi componimenti sepolcrali, osteggiati in Italia nel ventennio fascista, colpirono, in tempi a noi più recenti, anche la fantasia di Fabrizio De André e del fotografo americano William Willinghton.

E arti figurative – La vita umana, raccontata nelle dolenti immagini scolpite e nei solchi delle iscrizioni, viene perpetuata nell'arte sepolcrale dell'Ottocento. Così avviene, per esempio, nel cimitero di Viggiù o in quello di Como. Di quest'ultimo, ne dà conto un'approfondita e completa tesi di Laurea che documenta la scultura lombarda – comasca, milanese, ticinese e varesina – approdata lungo due secoli al Cimitero Maggiore. Il lavoro di ricerca, condotto da Elena Lamperti e intitolato "La scultura nel Cimitero Maggiore di Como dalla fondazione al 1950", verrà presentato venerdì 31 ottobre, presso la Biblioteca Comunale di Como. Relatore della serata sarà il professor Luciano Caramel, Ordinario di Storia dell'Arte Contemporanea all'Università Cattolica di Milano. La ricerca della giovane studiosa focalizza, oltre ad artisti poco conosciuti e meritoriamente riscoperti, molti dei maestri maggiori del tempo come: Vincenzo Vela, Achille Alberti, Emilio

E. Rusconi, Cappella BazziE. Rusconi, Cappella Bazzi

Quadrelli, Antonio Tandardini e Francesco Somaini. Comasco, quest'ultimo, come molti altri storici autori tra i quali Vincenzo Giani, Luigi Agliati ed Ezechiele Trombetta.

Studio inedito – "La prima regola per poter conservare e valorizzare è conoscere, sapere quello che si possiede". Così spiega Elena Lamperti e prosegue: "Ciò che mi ha sollecitata in questo studio è stata la sentita necessità di effettuare un inventario che testimoniasse il valore e lo stato delle opere (spesso molto preoccupante), vista anche la mancanza di pubblicazioni riguardanti le sculture del Cimitero comasco, argomento quindi inedito. Mi sono accostata al lavoro tramite la "mappatura" e schedatura delle opere più rilevanti, comprese in un arco di tempo che va dai primi anni di vita del Camposanto (attorno agli anni 30 dell'800) al 1950, schedando 108 monumenti, fotografandoli e indicando autore, datazione, presenza di firme e scritte autografe, esistenza di bozzetti e foto d'epoca, restauri effettuati, descrizione delle iconografie".

Post-lauream – Che queste siano questioni particolarmente a cuore alla giovane studiosa, lo si

E. Trombetta, Cappella MagniE. Trombetta, Cappella Magni

intuisce anche dal suo curriculum: comasca, classe 1983, Elena Lamperti si è laureata nell'anno accademico 2006/2007 discutendo la tesi con il professor Caramel e si è recentemente occupata della catalogazione dei beni culturali ecclesiastici attraverso uno stage presso l'Ufficio di Inventariazione della Diocesi di Como e due corsi di formazione

La tutela, innanzitutto – In un recente articolo, Luciano Caramel così segnalava le gravi necessità di manutenzione e restauro del Cimitero di Como: "Moltissime sono le opere coperte dalla polvere che ha danneggiato i marmi e molte quelle che sono state del tutto abbandonate per l'estinzione delle famiglie intestatarie (…). Non sono neppure mancati restauri dissennati, manomissioni e addirittura spoliazioni. Un caso tra tutti, scandaloso: la Tomba della Famiglia Peroni, del 1857, esempio tutt'altro che frequente di monumento funebre in terracotta, gravissimamente degradata, deturpata, che ha "perduto" ben cinque statue (l'ultimo furto, documentato nell'Ufficio Cimiteri del Comune, perpetrato nel 1993)".

La Famiglia Comasca e il Comune di Como
Tesi di laurea di Elena Lamperti
Biblioteca Comunale di Como
Venerdì 31 ottobre 2008, ore 21