Torino post-olimpica – Ci saranno alcune delle più fervide intelligenze architettoniche del nostro tempo – da Mario Bellini, Gary Chang, d aMichele De Lucchi, Peter Eisenman, Massimiliano Fuksas, Thomas Herzog a Kengo Kuma, da Renzo Piano, Hani Rashid, ad Alvaro Siza – alla prima volta italiana del Congresso Mondiale degli Architetti, in sessant'anni di storia. Lo scenario sarà la Torino che esce da una intensa rivisitazione urbanistica, tra le più significative per un capoluogo italiano negli ultimi decenni e che ancora non è finito. Le sedi del confronto saranno la Reggia di Venaria, alle porte di Torino per la cerimonia di apertura il 29 giugno; il Lingotto, centro nevralgico degli incontri e delle mostre collaterali; il Padiglione Oval, nuovissimo corpo architettonico realizzato Alessandro e Pino Zoppini con John Barrow, per la cerimonia di chiusura.

L'architettura da comunicare – L'appuntamento è stato presentato nei giorni scorsi con una conferenza stampa alla Triennale di Milano: il tema presceto per questa tredicesima edizione del consesso è il tema "Transmitting Architecture – Comunicare Architettura".
L'architettura che comunica e che viene comunicata, in tutti i modi, i luoghi e con tutte le sfumature di un mestiere che coinvolge ogni giorno i valori della qualità della vita, del paesaggio, dell'ambiente. E' questa la traccia su cui i 21 membri del comitato scientifico hanno predisposto le direttrici di un confronto su cui si confronteranno le attività congressuali e extra-congressuali.

Un'immagine del LingottoUn'immagine del Lingotto

L'architettura per tutti – Tre in particolari gli indicatori indicati per annodare un dibattito legato allo slogan identificato, "l'architettura è per tutti". Tre concetti semplici eppure complessi, intorno a cui l'architetto ragiona nella sua dimensione sociale e non solo meramente funzionale ed estetica: la cultura, la democrazia, la speranza.
"È nella natura dell'architettura trasmettere storia e cultura", scrivono gli organizzatori. "È responsabilità etica dell'architettura e degli architetti conservare e valorizzare il patrimonio architettonico e paesaggistico.
Difendere e valorizzare il patrimonio è anche trasmettere alle persone, soprattutto alle nuove generazioni". Sarà questo il tema del primo giorno dei lavori, lunedì 30 giugno.

Condivisione – Quanto alla concezione democratica della funzione dell'architettura non è altro che il riconoscere che dietro al nome si nasconda una cultura diffusa, un processo del sapere beneficamente disponibile ad un compromesso tra istanze massimaliste e quelle che meno hanno la possibilità di far sentire le proprie ragioni. Temi fondamentali: la democrazia urbana, la partecipazione, la mediazione, infine il processo decisionale. Di questo si parlerà invece nel corso del secondo giorno di lavori, il primo luglio.

Guardando al futuro – Da qui discende il terzo criterio forte di cui gli architetti tratteranno l'ultimo giorno: la speranza. "È necessario – continuano gli estensori – trasmettere i valori di salvaguardia ambientale dell'architettura quando costruisce buoni progetti, quando restaura il patrimonio storico artistico, quando disegna il paesaggio.
Vogliamo trasmettere alle future generazioni un mondo ancora abitabile, possibilmente meglio abitabile: l'ideazione e la realizzazione di progetti eco compatibili è una precisa responsabilità etica degli architetti di tutto il mondo".