Copertina catalogoCopertina catalogo

60 anni fa – "Gli interessi storici nascono in relazione ad esperienze quotidiane", così ha esordito Claudia Storti, docente che ha partecipato alla realizzazione della mostra '1948 e dintorni. Manifesti politici immagini e simboli dell'Italia Repubblicana', allestita presso l'Università dell'Insubria per celebrare il decennale dell'Ateneo varesino. Nelle parole della studiosa una delle motivazioni che hanno portato a questa esposizione che rappresenta un momento importante anche per la storia cittadina. Il Magnifico Rettore Renzo Dionigi ha sottolineato che 'parcondicio, divertimento e obiettività', sono tra i capi saldi della mostra; tutti i partiti attivi di quegli anni sono ricordati.

Ieri come oggi? – Non esattamente. E' trascorso davvero poco tempo da quando le nostre città erano sature di manifesti propagandistici; leader dei diversi partiti in gioco nelle ultime elezioni, in primo piano e sempre sorridenti, hanno riempito le strade italiane. Oggi fotografie e simboli, poche parole. Ieri vere e proprie opere d'arte. "La grafica è ciò che distingue i manifesti di quegli anni dai nostri giorni", ha tenuto a sottolineare Dionigi, alludendo alla differenza di ironia e aggressività che ne scaturisce.

Filidelfo FerriFilidelfo Ferri

Quando cambiò l'Italia – Fu una battaglia indubbiamente più aspra rispetto a quelle a cui siamo abituati. Valori forti, desideri realmente sentiti, nessun cittadino escluso. Si parte dal 2 giugno 1946 con il referendum che spaccava il paese tra monarchia e repubblica. E ancora a distanza di due anni le elezioni, prime per la Repubblica Italiana, del 18 aprile 1948. Fronte Popolare da un lato e Democrazia Cristiana dall'altro. Quest'ultima fece della libertà della persona, unità, indissolubilità e matrimonio i capi saldi della propria propaganda. Il fronte opposto invece si rivolgeva a insegnanti, contadini, operai, tendendo a rivendicare le proprie ideologie attraverso l'utilizzo su tutti i manifesti dei propri simboli. Tra questi spicca l'immagine di Garibaldi rappresentato sullo sfondo di una stella rossa a cinque punte. I due fronti italiani crescono e si solidificano all'ombra della Guerra Fredda che con le potenze di Stati Uniti e Urss, 'invadono l'iconografia propagandistica del nostro Paese.

Tra simboli e ironiaFiladelfo Ferri, curatore del catalogo che riordina i manifesti esposti in mostra, spiega che hanno raccolto tutto il materiale reperibile e di proprietà del fotografo piacentino Maurizio Cavalloni. "C'è una motivazione per il quale in mostra sono più presenti manifesti della Democrazia Cristiana rispetto agli altri partiti. Questo schieramento infatti ha curato sempre più la scelta dei materiali utilizzati anche per la stampa; materiali di miglior qualità, che hanno quindi permesso una miglior conservazione". 

Artefici in sordina – Veri e propri esempi di qualità artistica si leggono in questi manifesti. Ma un unico nome riecheggia tra gli autori: Giovannino Guareschi. Scrittore e giornalista italiano, di cui quest'anno si ricorda il centenario della nascita e il quarantennale della morte. Attivo anche in radio con due trasmissioni, 'Caccia ai ricordi' e 'Signori entra la corte'. Provocatori, forti e vivaci i suoi manifesti espliciti contro il Fronte Popolare. Un altro nome scaturisce tra gli autori dei manifesti: Benito Jacovitti, di cui è riportata una striscia fumettistica del 1948.

Volantino GuareschiVolantino Guareschi

Nessun escluso – E' lampante come la campagna politica di quegli anni non trascuri nessun membro della società. Appaiono così bambini e donne appartenenti alle diverse classi sociali e analizzate sotto diversi aspetti. La famiglia diventa fulcro di propaganda e nucleo esemplare di forza votante della società. Forte è anche l'eco dei valori fascisti che impervia, dal pane come oggetto e simbolo considerato nei manifesti, al lavoro, alla famiglia.

E pensare che – E' del 1948 la prima raccolta di racconti di Giovannno Guareschi edita da Rizzoli intitolata 'Mondo Piccolo "Don Camillo"'; al 1952 risale la trasposizione cinematografica che avrà enorme successo. Paesaggi e personaggi che descrivono realmente la situazione quotidiana nell'immediato dopoguerra. Continuando a parlare di cinema uno dei protagonisti di quegli anni era Roberto Rossellini, all'apice del successo dopo la 'Trilogia della guerra antifascista', con titoli come 'Paisà', cult del cinema italiano. Novità all'orizzonte anche nel campo artistico dove figure come Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Ennio Morlotti approdano all'astrattismo. Nuove visioni, nuovi esperimenti, nuove provocazioni per allontanarsi dalle costrizioni e dai veicoli dell'arte strettamente italiana. Sono anche gli anni in cui un personaggio come Mario Sironi vive in prima persona il dramma del declino fascista e si rintana nel suo mondo, quello delle periferie cittadine, di quelle  stesse strade di Milano, dell'Italia, che vengono 'tappezzate' dai manifesti in quegli anni clou tra '48 e primi anni '50.

'1948 e dintorni. Manifesti politici immagini e simboli dell'Italia Repubblicana'
3-20 giugno 2008
Sala di Rappresentanza
Università dell'Insubria
Via Ravasi, 2
Varese
info: www.cslinsubria.it
tel. 0332-219800