Intervista alla pittrice Anna SalaIntervista alla pittrice Anna Sala

"Tra paesaggio e cielo, terra e mare, segno e sogno, è a volte ricorrente nei dipinti di Anna Sala una striscia orizzontale di forme, piccoli alberi, apparizioni umane. È il vento della vita. In una prosa di "ferie d'agosto", Cesare Pavese parla della spiaggia, dei bagnanti, della notte sulla riva del mare tra la musica e le luci, della compagnia di una donna. Improvvisamente una folata di vento nel "sapore remoto" di cose perdute. Le apparizioni umane, nelle spiagge e nelle marine hanno un movimento, un lieve tocco espressionistico: come sillabe di una lingua muta nel vento della vita. (…) Nell'esperienza biografica ed espositiva di Anna Sala davvero in questi anni si è rivelato il senso psicologico e simbolico di frontiera: in quella trama di affetti, di incontri, di intermittenze con la Svizzera. (…) una frontiera che diviene più toccante tra l'azzurro della propria pittura e un paese (come la Svizzera) senza il mare, esonerato dal cielo. Qui c'è l'occasione di sottolineare un lascito letterario (verso la frontiera) che sogna il divenire poetico della pittura. Anzitutto il nome di Vittorio Sereni (di cui Anna Sala ha illustrato una raccolta). Sereni con quel titolo tra i più significativi del Novecento "Frontiera", le "sere celesti" nella struggente memoria del lago; e il ritorno dove il lago altro non è che uno specchio, una "lacuna del cuore". Anna Sala ha amato e illustrato in varie edizioni numerate Antonia Pozzi".

Tra decantazione poetica e suggestioni visive, Stefano Crespi ha scelto di commentare così la pittura di Anna Sala nell'ultima personale allestita a Lugano.

E quella di Anna Sala pare davvero essere materia pittorica intessuta di lirismo, di poeticità cantabile, di variazioni luministiche che si specchiano e si sdoppiano in variazioni di accenti tonali, di sillabe e rime baciate. Ut pictura poesis. Dal mare al cielo, dalla parola scritta alla liquidità del colore. "Ho preso contatto con i versi di Antonia Pozzi (di cui quest'anno ricorre il centenario dalla nascita) e di Cristina Campo (nome d'arte di Vittoria Guerrini, morta a Roma nel 1977 e appassionata studiosa di Hofmannsthal), proprio grazie a Stefano Crespi", racconta Anna Sala. "Per me il colore azzurro è metafora stessa dell'arte e del paesaggio naturale che durante la mia lunga permanenza in Egitto ho a lungo ammirato".