La poesia di Paolo Rindi vive in un’eterna primavera

Paolo Rindi aveva solo vent’anni quando, nel 2016, la morte lo ha portato via, ma la sua poesia lo terrà sempre in vita. A Poetando Ergasterio lo ricordiamo insieme alla sua insegnante di liceo Rosa Zanotti e con l’amico Corrado Santini, che recita i suoi versi, vibranti di suggestioni e di emozioni. Come quelli della poesia Passeggiata, in cui Paolo parla di un’eterna primavera: lì lo immaginiamo vivo e felice.

Passeggiata

Posto il confine di un attimo
Nell’eterno, può iniziare il viaggio.

Là ci incontrammo per la prima volta,
ove i fiori
crescono alla luce della luna.
Dove le strade tornano,
disegnandosi sulle betulle argentate
e sui clivi sfumati.
Ho bruciato le mie scarpe,
ma la terra del sentiero
mi calza a pennello.
L’aria odora di legname
Smozzato un millennio fa,
ma non è rimasto nulla,
tutto è cresciuto
dissolvendo le civiltà in felci,
sublimando le rovine in funghi.
E io mi specchio nelle acque
in cui si abbeverano gli animali.
«Qui tutto era fiorito»
strilla la pernice.
«Prima ancora era deserto»
dico io.
Nell’età che fu
il profumo del polline
stimolava follie d’amore
cingendo gli amanti
in un’eterna primavera.

L’alba attende la metamorfosi
al di là delle tue iridi sognanti,
quando ali di colibrì
muoveranno monoliti.