Il Museo Diocesano, che ha nel tempo sviluppato una relazione particolarmente stretta con la città Milano, offre a tutti la possibilità di meditare sul significato della Misericordia, in occasione del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco.
Lo fa esponendo una meravigliosa tavola di Antonio da Fabriano, generosamente concessa dall'Istituto Toniolo, che consente di recuperare il senso iconografico della Madonna della Misericordia. L'immagine, infatti, ci invita a riunirci sotto il grande manto di Maria, ad entrare nel suo spazio sacro.

L'opera rientra perfettamente in una tipologia di stendardi processionali dipinti su entrambi i lati, che risulta ampiamente diffusa nel Quattrocento marchigiano. Sul recto, appare la Madonna della misericordia che raccoglie sotto il suo manto uno stuolo di fedeli, rappresentativi della comunità fruitrice della tavola. Alla sua destra si stagliano in primo piano, emergendo dai numerosi copricapi colorati, un vescovo, che occhieggia da dietro il fusto della Vergine, un cardinale e un papa, cui fa seguito un signore di mezz'età e due membri di una confraternita, vestiti di bianco e incappucciati. Al laico fa specchio, sull'altro lato, una donna più giovane, verosimilmente la moglie, che si stacca dal gruppo delle altre devote e indossa un bell'abito rosso con le maniche aperte e pendenti, coerente con le tendenze della moda dopo la metà del Quattrocento.
Ai lati della Vergine si trovano San Sebastiano, trafitto da quattordici frecce, e un santo vescovo, non identificato da attributi specifici.
Del verso, fino a tempi recenti, si conosceva solo l'immagine di San Bernardino da Siena – a destra di chi guarda – e un frammento della figura di San Giovanni Battista, mentre la metà sinistra del dipinto era stata coperta per occultare le perdite della pittura originale.
In entrambe le facce del dipinto le figure campeggiano al di qua di un fondo blu, alternativo all'oro e forse scelto per ragioni di economia; caso unico in Antonio da Fabriano, ma visibile in almeno un altro stendardo francescano della zona di Fabriano. Solo sul recto è agganciato ai bordi del fondale grazie a quattro anelli un tessuto decorato, assimilabile al drappo d'onore che nelle figurazioni della Vergine seduta riveste il trono.
Antonio da Fabriano, documentato dal 1447 al 1489 prevalente nella sua città natale, fu tra i protagonisti della pittura del primo Rinascimento nelle Marche. Fondamentale per la sua carriera artistica fu l'esperienza maturata a Genova, ove è documentato nel 1447-48, ambiente nel quale venne in contatto con la pittura fiamminga diffusa in quel territorio. Venne quindi in contatto con altri esponenti del Rinascimento marchigiano, l'urbinate fra Carnevale, i camerinesi Giovan Angelo di Antonio e Giovanni Boccati; ed ebbe forse la possibilità, forse per il tramite di questi artisti, di conoscere l'arte di Piero della Francesca. La pittura di Antonio da Fabriano, densa di verità luministiche, intrisa di riflessi lucidi e colori brillanti, si pone tra le voci più accattivanti del Quattrocento, per la sintesi originale di diversi moventi figurativi: dall'eredità di Gentile da Fabriano alla pittura fiamminga, dai riflessi del Rinascimento toscano all'intensa vena espressiva propria dei maestri della sua regione.

Antonio da Fabriano – La Madonna della Misericordia
Fino al 20 Novembre 2016
Museo Diocesano, Corso Di Porta Ticinese 95 Milano
martedì-domenica, 10.00-18.00 (La biglietteria chiude alle ore 17.30) chiuso lunedì (eccetto Festivi)