Busto A. – Gli artisti cambiano, stravolgono la propria vita, mentre la ricerca si arricchisce di nuovi studi ed esperienze. Il concetto vale anche per Stefania Pellegatta, la quale, archiviati i panni della conosciutissima Fata Porpora, torna dopo la pausa Covid, durante la quale ha maturato nuovi linguaggi ed espressioni.
Del resto gli artisti – per fortuna, verrebbe da dire – non si accontentano e non smettono mai di imparare e di crescere. Aristotele diceva che la vita è nel movimento: una frase che in molti hanno seguito quale motto della propria esistenza. ”

Durante la pausa forzata – dice Stefania – ho avuto modo di pensare e credo di essere evoluta a livello artistico. Ho approfondito diversi materiali e sperimentato tecniche, allo scopo di scoprire nuovi risultati e stili. In questo ultimo periodo mi sto dedicando alle wunderkammer, una camera delle meraviglie, che raccoglie una serie di oggetti scovati in viaggi o mercatini; subisco il fascino della loro storia, sono un riferimento di studio per la pittura, sia per quella figurativa sia per quella informale”.

L’artista bustocca non ha abbandonato il proprio personale percorso astratto, e materico in particolare, concentrato sulle colature, tecnica che lei avverte sempre come un’esigenza: manipolare, assemblare e creare per dar vita, seguendo nuove ispirazioni, a wunderkammer fondate sulla memoria.

“Ricordi di viaggi, di storie e di famiglia, soprattutto, ai quali più passa il tempo e più ci si aggrappa” – spiega. Pertanto qualsiasi cosa, usata, lacerata o rotta, diventa un oggetto che può essere rivisto e rivisitato, a cui donare nuova vita e ridare lo splendore che aveva avuto nel passato. Ho disfatto mobili, cassetti, bruciato, tagliato e colato… E ora sento di aver raggiunto un livello che aspettavo!”.

A proposito di oggetti e di materiali, la stoffa e la seta, occupano sempre un posto speciale nelle creazioni di Stefania. Il primo amore, del resto non si scorda mai… Ora l’attenzione dell’artista si concentra sull’assemblaggio di pizzi, corde, frange e passamaneria, valorizzandone l’enfasi dei dettagli. Tutto rigorosamente “vecchio” e che ha il sapore dell’antico. Qualsiasi cosa può diventare arte. Stefania Pellegatta lo dimostra.

E.Farioli