Alain Toubas e Stefano CrespiAlain Toubas e Stefano Crespi

Ritorno a casa – Un ritrovo tra amici e appassionati dell'arte di Varlin. In galleria Ghiggini si è dato il via all'appuntamento artistico organizzato dagli Amici del Premio Chiara. Personalità note del mondo dell'arte hanno reso omaggio al maestro svizzero: Stefano Crespi, curatore della mostra, Bruno Corà, direttore dei musei di Lugano, Mario Botta, architetto, Alain Toubas, collezionista e modello di Varlin e Patrizia Guggenheim, figlia dell'artista. "Willy Varlin sarebbe stato felice di questa esposizione" dice Mario Botta "del luogo. Di questo scricchiolio del pavimento, di queste assi del parquet, di questa scaletta in legno, di queste cose da artigiano che lui sentiva molto vicini a sè". L'architetto svizzero ha collaborato scrivendo un testo nel nuovo Taccuino d'arte, arrivato al sesto numero in cui parla di come vedeva e affrontava la realtà Varlin "l'occhio di Varlin è un occhio curioso, sarcastico, che non perdona nulla" spiega Botta "era uno squattrinato con una grande coscienza critica, dipingeva attraverso le parole. Particolarità delle sue opere è che erano tutte fatte di getto, aveva questa grande volontà di fermarsi su un istante. Dietro la sua pittura c'è un occhio impietoso, verso le coerenze dell'uomo, le sue difficoltà e condizioni".

Una grande amicizia –
Una sensibilità rara quella dell'artista che cambiava umore spesso, che si ritraeva in meditazione ogni volta che si avvicinava ad una tela. Tra i presenti anche Alain Toubas che con Varlin aveva un rapporto privilegiato, che per lui ha posato ed è entrato così a far parte della sua pittura. "La nostra frequentazione è partita dalla sua arte, dal mio interesse per i suoi quadri" spiega Toubas "andavo a Bondo con Testori a passare l'estate. Era un uomo talmente divertente, profondo e colto. Avevo molto da imparare da lui, ero un ragazzino allora lo ascoltavo con interesse. Era un misto tra Charlie Chaplin e un grande pittore, aveva le stesse capacità di Giacometti, ma per ora non ha la sua fama. Ma credo diventerà famoso".

Un momento della presentazioneUn momento della presentazione

Varlin e Testori – Molto coinvolto Stefano Crespi che ha curato l'ultima pubblicazione di scritti di Varlin "l'artista è stato conosciuto in Italia grazie a Testori" ha affermato il professore. "Testori si innamora della sua pittura, sono, secondo lui, tre i grandi artisti in figura: Giacometti per l'interiorizzazione del volto e degli sguardi, Bacon per l'immanenza tragica e Varlin per la figurazione del corpo. Era un pittore molto colto che ha fatto molti viaggi ed esperienze diverse, aveva una grande cultura. Gli anni per lui più importanti sono quelli di Bondo, quando raggiunge la lingua del corpo".
Sentito anche l'intervento del direttore dei musei di Lugano Bruno Corà "ho guardato con molto interesse l'arte di Varlin, credo che sia ancora molto il lavoro che si possa fare per lui, è ancora poco apprezzato per il suo valore. Il mio testo è intitolato Varlin tra l'essere e il malessere perchè tra l'essere nel senso che è un artista privo di finzioni e il malessere perchè guarda alla drammaticità dell'uomo".

Willy Varlin e gli amici scrittori
Dal 8 ottobre al 8 novembre 2009
Galleria Ghiggini 1822
Via Albuzzi, 17 Varese
Tel. 0332-284025
www.ghiggini.it
Orari: da martedì a sabato: 10 – 12,30; 16 -19. Apertura anche le domeniche 16 – 19
Mostra promossa e organizzata dall' Associazione Amici di Piero Chiara, a cura di Stefano Crespi