L'artista e un suo lavoroL'artista e un suo lavoro

Anche a Varese – Nuova mostra alla Duet art di Varese. Ritorna una delle artiste della galleria, Enrica Borghi che presenta le sue ultime realizzazioni. Un percorso incentrato sulla ricerca intorno ai materiali di recupero e su una creatività tutta al femminile. L'artista nativa di Verbania, aggiunge così un altro vento espositivo alla già importante mostra che è attualmente allestita alla Gam di Gallarate. Per "Le trame di Penelope", Enrica Borghi si è trovata a dover allestire un'intero spazio in cui il visitatore oltre ad osservare può contribuire attivamente. La patchwork city che sta crescendo giorno dopo giorno.

La mostra – E se per vedere il risultato finale di Gallarate bisogna aspettare febbraio, quando chiuderà la mostra, per soddisfare i curiosi e non solo, la Borghi ha portato numerose opere nella galleria varesina. "Camminando accanto a una parete splendente di ricami e d'intrecci, il visitatore è trasportato in un altro tempo, più leggero e più profondo. Una dimensione incantevole come la caverna dei tesori di Alì Babà si apre magicamente alle parole "Enrica Borghi". Nel buio luccichio della stanza, rose metalliche incombono dietro l'anta socchiusa di un armadio; s'accartocciano strisciando tra le gambe di chi s'attarda ad ammirare i gioielli di fragile cartastagnola. Alcuni ospiti, risvegliatisi dalla malia, trovano la salvezza su tappeti di raffinata fattura che repentinamente prendono il volo…" poetica presentazione che cade a fagiolo in questo magico periodo dell'anno.

Particolare di un'operaParticolare di un'opera

Materia e spirito – Tetrapak, fettucce di plastica e "centrini" confezionati all'uncinetto con materiali riciclati sono gli ingredienti principali per le sue creazioni. Tutto ciò che può essere riutilizzato stimola la mente dell'artista che contestualizza le sue opere nella contemporaneità. Scegliere gli oggetti di facile consumo è un modo per far riflettere sulla nostra società. Tra il materialismo dilagante, l'affezione morbosa al dato materiale ed una velocità di cambiamento sconcertante.
In una recente intervista Enrica Borghi ha così specificato "Si ribalta il concetto di valore rispetto a epoche in cui l'opera d'arte doveva durare per sempre. Scegliere questi materiali significa anche lavorare sul tema dell'effimero. Oggi tutto è poco stabile e non può esser concepito come monumentale. Così se l'arte permette di far scattare meccanismi di riflessione ha raggiunto un suo scopo".

Nuove impronte –
Nella storia dell'arte molti sono stati gli artisti che hanno deciso di lavorare con questi materiali. Pensiamo a tutta l'esperienza dl Nuoveau Realisme degli anni 60' del secolo scorso. Quando l'oggetto di consumo ordinario non viene semplicemente esposto, ma sottoposto ad un'azione distruttiva, metafora della violenza che la società esercita sui valori morali, oppure violentemente compresso da Cesar, così come il sistema comprime l'esistenza e la libertà dell'individuo. Ed è proprio ai grandi artisti come Arman o Pistoletto che guarda Enrica Borghi. Ma in lei c'è altro. Recupera anche quell'aspetto fortemente femminile del "fare". Così realizza i suoi centrini, lavorando l'uncinetto come molte donne facevano e solo poche fanno ancora.

ENRICA BORGHI Mostra personale

15 dicembre 2007 – 12 gennaio 2008
DUET ART GALLERY
vicolo santa chiara 4/via griffi 3
Varese
dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle 19.30
INAUGURAZIONE
15 dicembre 2007 dalle ore 18