Marco RomanoMarco Romano

Le costanti della modernità – Pensare alla città moderna contiene un riferimento implicito alla società moderna. Ma è davvero così moderna questa società? Con questo interrogativo apre la sua riflessione Marco Romano, uno dei massimi urbanisti italiani, architetto e professore di Estetica della città alla Facoltà di Architettura di Genova. La nostra società, infatti, appare fondata su schemi che si ripetono immutati da secoli, tra questi la forma delle città che su alcune costanti fonda la certezza del suo destino futuro.  

Volontà estetica – L'approccio estetico che Romano suggerisce ci porta a considerare la città come opera d'arte e l'opera d'arte, per essere tale, sottende un'intenzione estetica da parte dell'artista. Così nello stesso modo la città è il risultato di intenzioni estetiche espresse dalla collettività. Tali intenti, che non comprendono invece altri elementi determinati dalla comodità (come la scelta di asfaltare le strade), si traducono in precisi modelli ricorrenti che connotano le città europee da secoli.

Strade e piazze – La facciata delle case è il primo elemento che riflette una volontà estetica ed è chiaro specchio della condizione sociale dei suoi abitanti. Altro fattore determinante va sotto la dicitura "temi collettivi", che comprende quei punti di riferimento presenti in ogni città e che nascono dal volere stesso della cittadinanza, come il duomo o la chiesa, il municipio, la biblioteca, il teatro e i giardini pubblici. Altro elemento costante in una città è la piazza principale, sorta come luogo dell'assemblea, oppure del mercato o della chiesa, e la strada principale. Si distinguono, inoltre, le strade monumentali, di notevole e distinguibile qualità architettonica, e le strade per passeggiate, che comprendono boulevard e viali alberati, come elemento di raccordo tra le città.

Da dove nascono le periferie – Proprio la scomparsa di questi schemi di raccordo avrebbe dato origine al fenomeno delle periferie, emerso una cinquantina di anni fa. Si sono venuti così a creare quartieri slegati dai cosiddetti temi collettivi, una zona di limbo che non appartiene a nessuno. Negli ultimi decenni è venuta a mancare la consapevolezza di voler fondare la città sul criterio della continuità estetica. Questo ha dato vita a disgregazioni dovute a una mancanza di conoscenza del disegno urbanistico e comporta tuttora una certa confusione di intervento.

Forma mentis ereditata – La città per garantirsi una vita lunga deve inevitabilmente mantenere vive le costanti che l'hanno tenuta in piedi fino al giorno d'oggi. La società moderna vive il suo presente, le sue funzioni, ma le forme mentali spesso restano radicate per secoli, se non millenni. Così, oggi come cent'anni fa, vado in piazza mercato, festeggio in piazza duomo, faccio shopping nella strada principale. Attraverso questi punti fissi ereditati dal passato la città fisica può continuare ad essere letta come opera d'arte destinata a durare ancora a lungo nei secoli.