sacrosacromonte.jpgL’amore umano. La basilica di S. Vittore ha sempre il suo fascino, ma ciò che l’arte del regista è riuscito a fare è qualcosa di straordinario. Un scenografia sobria e semplice in cui i protagonisti erano un leggio, il microfono e la luce che colpiva esattamente  gli attori. Proprio loro hanno dato voce ai due amori, alle due coppie con le loro gioie e le loro difficoltà  e gli altri personaggi. In un dialogo di esperienze, in cui si incrociavano desideri, speranze, rammarichi e delusioni, emergeva una profonda riflessione sull’amore umano il matrimonio: Teresa e Andrea, Stefano e Anna e i loro figli Monica e Cristoforo. Accanto a loro Adamo, attento all’intimità di ciascuno, e l’orefice con uno sguardo profondo al cuore di tutti, hanno indicato e orientato la loro libertà affinché ciascuno decidesse per la propria vita, il bene di sé e dell’altro. Un percorso che Karol Wojtyla ha scritto nel 1960 che ancora oggi, in una cultura complessa e liquida, ha molto da dire e indicare ai giovani e non solo.

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Un pubblico numeroso, attento ed entusiasta ha assisto alla conclusione della stagione di teatro sacro sotto la direzione artistica di Andrea Chiodi. Sul palco il testo del beato Giovanni Paolo II Karol Wojtyla "La bottega dell’orefice", una meditazione a sette voci sul tema dell’amore umano. Un’esperienza  raccontata nello stile del teatro Rapsodico di Cracovia. VIDEO