Una mostra per non dimenticare – Forse non tutti sono a conoscenza di una strage che, durante il periodo della seconda guerra mondiale, ci ha toccati particolarmente da vicini: un evento drammatico conosciuto come "L'olocausto del Lago Maggiore".
Cinquantasette vittime, tra cui bambini, donne ed anziani, furono colpite dalla furia nazista poco dopo l'armistizio del '43, da un battaglione di SS sulle sponde del lago Maggiore.

Dopo settant'anni, per ricordare le vittime di quel gesto efferato di violenza gratuita, nel 2013 è stato scritto un libro, dal titolo "Io mi sono salvato. L'olocausto del lago Maggiore e gli anni dell'internamento in Svizzera (1943-1945)", ad opera di un superstite che ha assistito agli eventi, Aldo Toscano.

Dopo il libro, per mantenere vivo il ricordo, in questo mese di febbraio è stata allestita anche una mostra su questo tema, presso l'Atrio di Villa Frua, a Laveno Mombello (in via Pradaccio 3) con testimonianze ed opere che rimandano a quei tragici eventi: una mostra che merita di essere visitata per tenere desta la coscienza storica di quanto accadde e per omaggiare le vittime di quell'eccidio.
Come racconta il testimone, scampato alla strage: «Nei giorni immediatamente successivi all'armistizio, tra il 15

settembre e l'11 ottobre 1943, sulla sponda occidentale del lago Maggiore i soldati del primo battaglione SS del secondo reggimento della divisione corazzata Leibstandarte "Adolf Hitler" compirono uno dei più efferati eccidi di ebrei in territorio italiano. Ad oggi le vittime accertate sono 57, uomini, donne, vecchi e bambini, implacabilmente rintracciati e immediatamente sterminati. I contorni della strage emersero in tutta la loro tragica evidenza, soltanto nel 1963, grazie all'indagine condotta da Gerhard Wiedmann sull'attività del capitano delle SS Theodor Saewceke, prese avvio un'istruttoria giudiziaria che si concluse con un processo contro i maggiori responsabili dell'eccidio che venne celebrato nel 1968 a Osnabrück. Dopo 61 udienze e l'escussione di 180 testi, gli ufficiali vennero condannati all'ergastolo e i due sottoufficiali a pene minori. Nell'appello svoltosi il 17 aprile 1970, la corte suprema di Berlino li mandò assolti, con la stupefacente motivazione dell'avvenuta prescrizione dei termini. Si tratta non solo di un omaggio alla figura di chi con tenacia per primo portò all'attenzione dell'opinione pubblica un episodio trascurato nella ricostruzione degli eventi della guerra nei nostri territori, ma di un contributo alla formazione della coscienza civile delle nuove generazioni».

L'olocausto del Lago Maggiore
Il giorno della memoria 2014
Dal 24 gennaio al 22 febbraio 2014
Atrio di Villa Frua, via Pradaccio 3, Laveno Mombello
Info: Biblioteca Comunale, tel: 0332667403
Ingresso libero