tavolo.jpgPronto in tavola – Cosa c’è di più bello nel vedere una famiglia riunita attorno ad un tavolo, mentre, mangiucchiando, si racconta, discute e comunica. Immaginiamo la medesima atmosfera nella cucina allestita in un teatro dove gli attori, dopo lo spettacolo si ritrovano a cenare. Un insieme di voci, che sfumano in risate e che si confondono con il picchiettio delle posate sui piatti. E poi chiacchiere, commenti, elogi e rimproveri… "Hai sbagliato i tempi", … "e tu mi hai rubato la battuta!", oppure "rivediti il copione", "Ah!… Ottima interpretazione, sei stato grande…" E così via. Ebbene, a breve, questo "scenario" si aprirà al teatro Sociale di Busto dove, da un paio di settimane si è inaugurata la cucina degli attori.

Un’idea dalle origini storiche – "Questo locale, è una peculiarità storica – spiega Delia Cajelli responsabile nonché anima della sala di piazza Plebiscito. L’abbiamo intitolato a Carlo Goldoni (08.09) perché lui  quando accettò l’incarico di dirigere il Teatro S. Angelo di Venezia chiese e ottenne che all’interno ci fosse una cucina ad uso degli artisti. Una richiesta particolare che trova fondamenta in diverse ragioni. Prima tra tutte quella economica. Gli attori infatti, allora, non avevano grandi possibilità e certo non potevano permettersi il ristorante tutti i giorni. Un altro dei motivi, senz’altro più pratico, consisteva nel fatto che, riunendosi alla stessa tavola, avrebbero potuto meglio familiarizzare guadagnando benefici per 001.jpgl’omogeneità della stessa compagnia. Questo episodio, legato alla Venezia del Settecento, è raccontato nei "Memoires" di Carlo Goldoni, uomo non solo di gran sapere ma, anche definito, "di buona forchetta", gastronomo competente e raffinato”. La cucina al Sociale, dunque, nasce proprio con questo intento. Intitolata a Carlo Goldoni, rappresenta un luogo dove gli attori possano ritrovarsi e  comunicare tra loro. Quindi l’idea di questo “prezioso angolo non deve suonare come "stranezza" perché ha radici in un vero e proprio gemellaggio storico. Inaugurata poco più di due  settimane fa, ha già ottenuto ampi consensi dalla cittadinanza.

Cucina e teatro, pietanze e parole "E’ il luogo  più accogliente del teatro, il più intimo – commenta orgogliosa Delia Cajelli – c’è una la luce particolare, calda, accogliente…. Prevedo un futuro davvero di successo". Cucina e teatro, pietanze e parole. Organizzerete incontri anche legati a questi binomi? "Sicuramente sì, nonostante la crisi, tutti dicono che l’abbinamento cibo-divertimento funziona. Sicuramente faremo serate in cui presenteremo autori e la loro passione per la cucina. Ad esempio, perché no, potremmo mettere in scena un recital Rossiniano abbinando tutte le passioni gastronomiche del maestro. Del resto Rossini fu un altro noto buongustaio". E allora che dire anche dell’indimenticabile Eduardo De Filippo. Nelle sue opere il cibo diventa parte integrante della scenografia. Il geniale autore, amava talmente tanto cucinare che  trasferì, nella sua drammaturgia, questa grande passione per l’arte culinaria.

Pietanze e parole saranno gli ingredienti di alcuni incontri organizzati al teatro Sociale di Busto Arsizio. Come una vera famiglia, gli attori cucineranno e mangeranno tutti insieme nel ricordo di Carlo Goldoni.