Lugano – E’ la centesima mostra organizzata dall’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico di Novazzano quella che si aprirà il 4 febbraio al  Porticato della Biblioteca Salita dei Frat.

L’esposizione, di Remo Giatti (*1954), artista di origine valtellinese, milanese d’adozione, litografo e xilografopresenta sia fogli liberi sia edizioni di particolare pregio: opere nate dal dialogo con importanti scrittori e poeti, oppure ispirate a grandi figure della letteratura, dell’arte e della scienza.

La mostra, intitolata “Immagini, Pensieri e Parole nelle incisioni di Remo Giatti” offre uno spaccato della produzione grafica dell’artista, ponendo un accento particolare sugli esiti più recenti della sua ricerca con incisioni calcografiche, litografie e xilografie nonché una significativa selezione di libri d’artista e plaquettes, stampati con caratteri mobili di piombo direttamente dai legni originali e da lastre appositamente incise.
Cresciuto in Valtellina, non lontano dal confine elvetico, Giatti ha esposto negli anni ‘80 a più riprese in Svizzera, in particolare nel Cantone dei Grigioni; a quel periodo data anche la sua collaborazione con la prestigiosa rivista zurighese d’arte e letteratura “Spektrum”. La mostra luganese costituisce dunque per l’incisore un gradito ritorno alle radici del suo percorso.

L’opera di Giatti si connota per una profonda conoscenza tecnica – acquisita negli anni della formazione veneziana sotto la guida di Luca Crippa e Riccardo Licata e rinnovata anche attraverso contatti internazionali, che contempla l’utilizzo sia dell’incisione diretta e indiretta, sia dell’impressione a secco e di procedimenti particolari quali il carborundum. La medesima pluralità si ritrova nelle differenti matrici usate dall’artista: lastre in rame e zinco, ma anche tavole in legno, linoleum, plexiglas o materiali plastici. A questa padronanza tecnica si unisce una spiccata capacità di sperimentazione e di innovamento che, attraverso immagini, “invenzioni” sempre nuove, dà forma a una visione del mondo del tutto personale e al tempo stesso in continuo divenire.

L’artista compone in modo libero un universo in cui convivono elementi figurativi e astratti, spazi dinamici e luoghi poetici di particolare evocazione. Come ha sottolineato Raphaël Monticelli, l’opera di Giatti“ è in perpetuo movimento e la lastra diventa il luogo delle sue peregrinazioni: spostamenti,
riflessioni, rêveries, viaggi, meditazioni”.

Risalta l’uso del colore, dalla valenza talvolta autonoma rispetto alla trama e al disegno dell’incisione, attraverso il quale l’artista intende suscitare e risvegliare nell’osservatore ricordi ed emozioni, in poche parole: lasciare una traccia.

Tra le edizioni esposte, nate sovente dal pluriennale e fortunato sodalizio di Giatti con la casa editrice La Diane Française di Nizza, figurano quelle ispirate a grandi artisti quali El Greco (“Toutun ciel de Tolède”, 2015), Francisco Goya (“Neuf pas sur le Monde”, 2019; entrambe con testi di Jean-Louis Augé ) o Leonardo da Vinci (2019), nella quale Giatti si accosta all’opera del maestro rinascimentale con un approccio inedito, ossia per il tramite di altri celebri artisti (Maurits Cornelis Escher, Medardo Rosso, Horst Janssen, Hermann Nitsch e Antoni Tàpies).

L’inaugurazione della mostra che proseguirà sino al 18 marzo, è fissata alle  17.30. L’apertura al pubblico continuerà poi nei seguenti orari: mercoledì, giovedì e venerdì: 14 – 18; sabato: 9 – 12.

Nota biografica
Nato nel 1954 a Grosio, in Valtellina, Remo Giatti ha studiato pittura, incisione, xilografia e litografia a Milano, Cagliari, Venezia e Salisburgo. Sin dai suoi esordi artistici, nel 1974, ha scelto di apprendere e approfondire le tecniche della stampa originale anche per essere stampatore in proprio e, tranne in qualche occasione, si è sempre occupato personalmente della stampa delle sue opere.
Nel 1983, dal capoluogo valtellinese si è trasferito a Milano, dove vive e lavora, ma spesso è attivo anche nel Sud della Francia (Regione PACA), dove collabora con vari editori.