Castello Visconti di San VitoCastello Visconti di San Vito

Torniamo a parlare di castelli, soffermandoci ad ammirare l'imponente maniero Visconti di San Vito a Somma Lombardo. Di origine quattrocentesca, questa importante fortificazione ha una pianta molto complessa dovuta anche alle vicende familiari degli edificatori: verso la metà del quattrocento, infatti, i fratelli Guido e Francesco Visconti divisero i propri beni e così i rispettivi discendenti costruirono o rinnovarono differenti nuclei abitativi, tutti raccolti intorno a cortili entro la cornice delle mura del castello.

La decorazione – Gli affreschi vennero commissionati da Ermes Visconti di San Vito per il suo nobile palazzo aggiornato sui modelli architettonici proto barocchi: la data 1609, che si legge nella lunetta interna sovrastante l'accesso allo scalone, sancisce verosimilmente la fine delle ambiziose decorazioni, nate per celebrare i fasti delle famiglie alleate Visconti e Taverna in anni prossimi alla nomina a cardinale di Ferdinando Taverna "in cui

Salone del piano nobile,Castello ViscontiSalone del piano nobile,Castello Visconti

onore il cognato Visconti faceva decorare il proprio castello di Somma Lombardo con allegorie di pagana opulenza".

Lo scalone d'onore
è risolto, nelle pareti, con affreschi illusionistici che simulane delle balaustre, sulle quali sono impostate delle ariose logge, aperte su paesaggi ambientati da volatili eseguiti con grande naturalismo; le volte sono invece affrescate con grottesche molto semplificate e piccoli riquadri con allegorie fluviali e scene di romitaggio.

I dieci ambienti affrescati al piano nobile del palazzo sono tutti concepiti con fregi continui che alternano scene allegoriche, entro cartelle decorative, ed elementi architettonici e a putti che reggono ghirlande; i soffitti sono invece tutti a cassettoni secondo la tipica tradizione rinascimentale lombarda.

Il programma iconografico degli affreschi è contraddistinto da soggetti allegorici cari alla cultura tardo rinascimentale che testimoniano il carattere profano delle decorazioni, appena temperato dalle litanie sacre dipinte nella cappella privata. Il progetto decorativo

Allegoria, Castello ViscontiAllegoria, Castello Visconti

è del tutto omogeneo sia dal punto di vista stilistico che cronologico.
Negli ambienti del palazzo sono riconoscibili gli interventi di almeno due o tre artisti attivi nella stessa bottega, che dichiarano immediatamente dirette e chiare ascendenze dai modelli di Camillo Procaccini.

Secondo gli ultimi studi, l'impressione è che sia stato proprio Carlo Antonio Procaccini a coordinare nel Castello Visconti l'attività della bottega Procaccini, affiancato da anonime maestranze; un'impresa di grande impegno, alla cui realizzazione contribuirono certo la lezione del fratello Camillo e lo studio delle stampe nordiche. I modelli e la tavolozza della bottega sono reinterpretati da Carlo Antonio con una accentuata vena naturalistica che non può prescindere dalla conoscenza della cultura fiamminga. Ancora prima di arrivare a Milano, al seguito del fratello maggiore, Carlo Antonio poteva certo aver formato il suo gusto per il paesaggio e i modelli stilistici fiamminghi frequentando Jan Soens, pittore attivo a Parma per la corte dei Farnese negli ultimi decenni del Cinquecento.