Adriano BianchiAdriano Bianchi

Il ritorno al Ponte – Il libro "Ritorno al ponte di Falmenta 1994-2007" verrà presentato ufficialmente solo in ottobre, presso la sede dell'Auser. Sarà introdotto come è giusto che sia da uno storico di vaglia; sarà forse commentato, auspicabilmente, anche da Teresio Valsesia, ben noto  conoscitore e divulgatore di bellezze recondite della montagna, della sua saggezza, della sua storia, anche la più cruda.

Il fotografo e il comandante – Di storia, pur indagata con la dolcezza e la malinconia del ricordo, di storia cruda e crudele, si nutre il volume, realizzato dal fotografo Carlo Meazza, a sua volta cantore per vocazione, per intima appartenenza emotiva, dei silenzi della natura, delle solennità della natura. Rilettura di storia di resistenze e di Resistenza. Di un uomo in particolare, di un avvocato di Tortona, oggi più che ottantenne che nel settembre del 1943, dalla Svizzera riprende la via delle montagne piemontesi per unirsi ai combattenti partigiani. Il comandante Bianchi, Adriano Bianchi. E' un d'apres, quest'ultimo lavoro di Meazza.

Non odio, rispetto – "Leggevo questo libro, scritto da Adriano Bianchi, "Il ponte di Falmenta-1944" – racconta Meazza – e rimanevo colpito dalla pulizia del racconto, dalla pulizia anche morale dell'uomo, dal rispetto nonostante tutto per gli avversari, l'assenza di odio e di rancore. E la bellezza di quei ricordi, l'entusiasmo di quella esperienza. E' nato il desiderio di ripercorrere quei luoghi, sperando di attraversarli con lui".

Carlo MeazzaCarlo Meazza

Il 'vecchio' e i cronisti – Quindi la ricerca dell'autore, i primi contatti, poi i 'viaggi', di nuovo verso l'alto, sulla sponda opposta alla nostra del Lago Maggiore, verso la Val Cannobina, la Val Vigezzo, la Val d'Ossola. Prima uno, poi due, poi un altro ancora. Il Comandante Bianchi ritornato dopo più di sessant'anni suoi luoghi della memoria, affiancato da due cronisti. Il fotografo del bianco e nero, con la sua Hasselblad panoramica ed Ezio Riboni, fotografo e documentarista, che di quegli incontri ha tratto un film-documento, spontaneo, toccante, naturale come naturali le parole uscite dal vecchio che ricorda.

Contributo alla Resistenza – "Una esperienza professionale intensa – continua il fotografo varesino – mi ha dato la possibilità di nutrire il mio desiderio di fotografare luoghi 'letterari', già descritti, di riscoprirli. Ma è stato anche un modo per poter dire la mia sulla Resistenza, confrontarmi con i luoghi in cui si è svolta, nelle sue forme spesso crudeli; dare per quello che posso con il mio mestiere di fotografo, il mio contributo".

Un luogo di scontriUn luogo di scontri

Solitudine e quiete – Le foto di Meazza – un bianco e nero panoramico, "un  formato idoneo per questi temi e per restituire l'idea di serenità di fondo", ritraggono paesaggi irti, inospitali, spesso, avvolti, pure in tempi di pace, di quell'atmosfera di solitudine, ma anche di quiete, che, forse inaspettatamente, emergono anche dalle pagine di "Il ponte di Falmenta-1944", libro pubblicato una decina di anni fa e che pure ritrae un mondo travolto dalla pestilenza della guerra tra nazioni e di quella civile. Per Adriano Bianchi la scelta di Meazza è stata una sorta di 'rinascita'.

Etica e civiltà
– "Credo di essere riuscito ad instaurare con lui, un rapporto di amicizia molto bello. Ci sentiamo spesso. Per lui è stato importante rendersi conto che a distanza di così tanti anni, qualcuno si sia interessato alla sua storia e ne abbia condiviso così a fondo l'esperienza che ne ha segnato la vita".
Un libro, l'incontro, un altro libro ed infine un film documentario, tutto sull'onda di una emozione per una vicenda che contiene come molte, intense storie di montagna, la declinazione al passato e al presente dell'etica, del senso di civiltà, di entusiasmi disperati, di speranze poi forse deluse.

Montagne e Resistenza – Per Meazza, camminatore e montanaro, fotografo civile, erede di passioni per i silenzi e i segreti della montagna; per il documentarista Riboni, fotografie e video, sono allora un grimaldello utile per tornare a scavare attraverso la memoria storica di allora, attraverso le emozioni di oggi, nel rapporto ancora in parte oscuro tra la Resistenza e la montagna. Ecco perchè la presentazione di questo volume potrebbe essere un appuntamento davvero ancora più significativo.

Ritorno al Ponte di Falmenta 1944-2007
Testi di Adriano Bianchi, fotografie di Carlo Meazza
Edizioni Tararà
2007
€ 25