Rancate(Mendrisio) – E’ dedicata a uno dei più apprezzati pittori svizzeri, Jean Corty, l’esposizione ospitata nelle sale della pinacoteca Zust che raccoglie un nutrito nucleo di opere provenienti dalla collezione Bernasconi.

Una pittura dal sapore nostalgico

Una vita breve quella dell’artista (1907-1946) che nel racconto creativo si consuma nell’arco di soli vent’anni durante i quali rivela un particolare trasporto per l’Espressionismo nordico subito durante gli anni della formazione a Bruxelles e che segna la sua pittura connotata da un persistente sapore nostalgico. Quella di Corty è una storia tormentata dal senso di esclusione, dal non essere accettato da chi gli stava attorno. Una solitudine sofferta nonostante la famiglia numerosa, che contava ben dodici fratelli. Sono pochi, ma fidati gli amici, tra cui il regista e scrittore Vittorio Ottino che gli dedica intense poesie (pubblicate in occasione della mostra).

I ricoveri e il dottor Bernasconi

Corty, ostinato fumatore, visse tra povertà ed eccessi, una vita sregolata spesso segnata dal digiuno e da notti insonni, periodi culminati nei due ricoveri al Manicomio di Mendrisio dove avvenne un importante incontro. Nell’istituto l’artista arrivò, la prima volta il 23 agosto del 1933 e si fermò sino al maggio dell’anno successivo. Tornò poi nell’agosto del 1937 fino allo stesso mese del ’41. Qui realizza un centinaio di opere grazie al sostegno del medico curante Olindo Bernasconi che, credendo nei benefici che l’arte poteva apportare ai malati, gli assegna uno spazio dove allestire il suo atelier. Finalmente una casa! Almeno l’impressione era quella. I lavori realizzati in questo contesto vennero donati al dottore, successivamente ereditati e conservati dai familiari e visibili in questa mostra. Una pittura autobiografica dove si riconoscono scorci di Mendrisio, dei borghi e dei villaggi vicini; i momenti di vita quotidiana all’istituto dei quali l’artista descrive le attività nei ritratti degli abitanti: dal riposo agli svaghi, davanti a un bicchiere di vino, giocando alle carte o fumando la pipa. Con i paesaggi e le figure anche suggestive opere dedicate all’arte Sacra. In seguito alla morte prematura del dottor Olindo Bernasconi (febbraio 1941), Corty venne dimesso definitivamente dall’istituto, con la giustificazione di uno stato di salute ristabilito ma cinque anni più tardi si spegnerà anche la sua tormentata vita.

Nel catalogo che accompagna la mostra sono riprodotte tutte le opere esposte, in gran parte inedite, oltre alla storia dell’Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale di Mendrisio, raccontata sia dal punto di vista architettonico sia delle cure praticate in quegli anni. Un cenno è anche rivolto ad altri artisti che i trascorsero alcuni periodi della loro vita nell’istituto come il celebre Filippo Franzoni (1857-1911) e Gualtiero Colombo (1900-1960), pittore luganese.


La mostra “Jean Corty (1907-1946): gli anni di Mendrisio -Opere dalla collezione del dottor Olindo Bernasconi”, a cura di Mariangela Agliati Ruggia, Paolo Blendinger, Alessandra Brambilla e Giulio Foletti, rimarrà in calendario sino l’ 11 ottobre. Orari: 9-12 / 14-17 nei mesi di maggio, giugno, settembre e ottobre; dalle 14 alle 18 a luglio e agosto.

E.F.