AutoritrattoAutoritratto

Pubblichiamo, di seguito, un brano critico firmato da Gino Rocca. Lo stile è proprio dei libri ingialliti e con la copertina in carta marmorizzata. Vi invitiamo, inoltre, a consultare il nostro Archivio "Artisti" per leggere altre informazioni critiche e storiche.

"Arte rara e difficile. Di quest'arte Aldo Mazza è maestro. Forse il cenno, la immediata comprensione, l'istinto trepidante e devoto con i quali Egli si accosta ai bambini, nascono dalla Sua incorruttibile baldanza ed innocenza e semplicità di vedere, di vivere, di sentire, quasi infantili; nascono dalla fonda tragedia che si cela in fondo al Suo cuore di padre ormai solitario e ferito atrocemente nel fianco dalla perfidia del destino.

Nascono anche da quello spregiudicato ed improvviso impeto caricaturale, che ha reso Mazza giovannissimo e pur già celebre nei tempi presaghi della Scapigliatura, quando tutta una grande pagina di storia italiana e milanese si costellava di notazioni sagaci e macchiettistiche, vivaci e pirotecniche, vive ancora oggi, e vive e inconfondibili ormai per sempre, nel patrimonio preziosissimo di chi vorrà e saprà veracemente trascrivere la storia dei nostri meravigliosi e turbinosi tempi domani. Perchè qualche cosa di pulitamente, di misuramente e sottilmente caricaturale, è sempre nelle pose, nelle movenze, negli indugi di queste creature ancora in formazione, attraverso le quali l'Artista mirabile ci fa vedere l'uomo pensoso e la donnina casalinga o fatale, che, un giorno, completandosi, diventeranno.

Guardate, per esempio, i rapidi schizzi dedicati al proprio bimbetto che gioca o s'imbroncia, l'espressione innocentemente rapace di quel pargolo che allunga la mano attraverso la tavola grande e verso il cestello di frutta; o, pure, questo capolavoro di ragazzetta contadina, golosa e diffidente, che scruta e tien ben cucite, ma protese, le labbra carnose, e teme di essere beffata, e si vergogna quasi di essere attratta dal pittore, che, con il pennello in una mano e la caramella nell'altra, la invoglia, la illude, la eterna rimestando furibondamente sulla tavolozza colori che splendono come le marmellate dentro gli altri vasi di vetro dei negozi di lusso; e le sorride.

Bisogna sentire Aldo Mazza – il forte, quasi carducciano artefice di quest'altra bimba al sole del Lido di Camaiore – raccontare la storia del ritratto alla contadinella. La sua parlata è colorita ed umana come le sue tele. Egli va, viene, corre, balza, lavora, scodinzola sempre, con quel suo impertinente naso rivoltato all'insù, con il sorriso a mezzaluna sopra il mento volitivo, con gli occhi che bucano, con il tondo cappelluccio nero piantato intorno alla nuca e alla fronte come una burlesca corona di gloria in cenci e di festosità in bolletta; e si pensa – Un ragazzo! Il miracolo della sua giovanilità studentesca, che non s'è offuscata passando attraverso le buone battaglie, i successi, le delusioni, le sane baldorie e lo sconfinato dolore, splende più vivo che mai su questi cartoni e su queste tele. Ai quali l'artista, completo e consacrato in ogni campo, vuol donare – e giustamente – uno speciale valore affettivo. Egli, che conosce il sapore acre del piombo e che s'è assuefatto al rombo delle macchine tipografiche, poi che giornalista nacque, da giornalista visse e giornalista è, nel senso più moderno, più audace, più italiano, più alto della parola, ha vissuto certamente giornate di giojosa fatica e di nervosa preparazione ed attesa, compilando, faticando, sorvegliando personalmentre la composizione di questo volume così ilare, fiammeggiante, pensoso e raro, che gli ridona – attraverso il miracolo dell'Arte – l'esultanza di una paternità complessa e serena, nata dal dolore e per la consolazione così come è nato, da un'identica tragedia, una capolavoro della letteratura italiana che noi tutti amammo e amiamo, serbiamo fra i ricordi più cari e non dimenticheremo mai: "Cuore" di Edmondo De Amicis".