Per andare alla riscoperta dei grandi protagonisti della pittura lombarda del ‘600 si dovrebbe prendere la macchina, farsi mezz’ oretta di strada, cercare parcheggio e andare alla Pinacoteca di Brera.

Oppure si potrebbe fare una passeggiata nel centro di Gallarate, per provare a guardare la “città dei due galli” con occhi diversi, più curiosi, per riscoprirsi turisti nella propria città fermandosi al Museo della Basilica di Santa Maria dell’Assunta in Corso Italia 3.

Il Museo fu istituito nel 1959 da monsignor Lodovico Gianazza e raccoglie arredi, oggetti liturgici, reliquiari e tele dei più attivi e importanti pittori lombardi come il Morazzone, ma soprattutto custodisce uno dei lavori più interessanti di Daniele Crespi: La Nascita di Maria.

Il Crespi nasce probabilmente a Milano negli ultimi anni del XVI secolo da una famiglia originaria di Busto Arsizio e muore molto giovane a causa della peste manzoniana che colpì l’Italia nel diciassettesimo secolo; artista prolifico lascia le sue tracce, oltre che a Milano, nella provincia di Varese tra Saronno, Busto Arsizio, Valle Olona e Gallarate, dove si trova la tela raffigurante la nascita di Maria.

L’opera intorno al 1716 fu ubicata nella collegiata di Santa Maria dell’Assunta per poi essere spostata, successivamente a diversi restauri, nel Museo della Basilica negli anni sessanta del secolo scorso.

La tela, di cui però non se ne conosce la committenza, è datata intorno al 1623, si presenta di grandi dimensioni, 226×265 cm, e raffigura la nascita della Vergine; in primo piano troviamo Maria bambina attorniata da donne intente a lavarla e fasciarla mentre in secondo piano troviamo S.Anna puerpera, dipinta in maniera meno nitida, intenta a riposarsi nel baldacchino.

Le figure sono precise, umane, espressive, realistiche ma mai povere di sentimento.

Ogni personaggio è concentrato su di un’azione precisa, il volto di ognuno racconta con l’espressione la tensione emotiva del momento ma il tutto viene narrato con grande eleganza.

Osservando quest’ opera del Crespi si può percepire una sorta di compendio dell’intero linguaggio pittorico dell’artista, linguaggio che si sviluppa in una sintesi perfetta tra le più stimolanti novità artistiche milanesi del ‘600 e l’incessante influsso tardo manieristico del suo maestro Cerano e del Procaccini; le figure della tela della Basilica gallaratese si fanno quindi intense, espressive, realistiche, solide e ricalcano perfettamente quelle caratteristiche che si trovano nella pittura particolarmente ricca della Lombardia del diciassettesimo secolo: le linee e i colori si muovono in una continua danza tra i richiami tipici dei grandi dell’epoca come Velasquez e Rubens mantenendo però una forte adesione al gusto barocco e neoclassicista.

Tutto questo lo si può vedere semplicemente con una passeggiata a Gallarate.

Il museo si trova in Corso Italia a Gallarate, l’entrata è gratuita e rispetta i seguenti orari:
terza domenica del mese 16.00 – 18.00, oppure apertura su appuntamento.
Info T.0331793611

Roberta Montalto