Angela ReggioriAngela Reggiori

Angela Reggiori ha ultimamente un ritmo alto di esposizioni. L'ultima si è aperta allo Spazio Zero di Gallarate e propone una serie di incisioni già note al pubblico, mentre non si conosceva la sua più recente produzione ceramica.

Se è ovvio per l'arte incisoria la parte saliente assegnata al segno posto sulla lastra, non così la sua presenza nell'impasto di argilla, intervento ed effetto che si riscontra nei gioielli dell'artista presentati in questa mostra. Si tratta di collane, monili, pendenti, orecchini costituiti di corpi ceramici irregolari colorati, smaltati e sovente incisi sulla superficie da motivi decorativi di varia origine.

CollanaCollana

Il critico Ettore Ceriani, curatore della mostra, ha ravvisato in tali segni una memoria dell'antico riformulata in chiave moderna, ma Angela Reggiori ha piuttosto a cuore il dinamismo e l'equilibrio del segno impresso sulla ceramica, al di là di qualsiasi voluto riferimento storico. Si nota nei gioielli anche l'uso generoso dell'oro, nota luminosa e preziosa che rende sempre più attraente e desiderabile un ornamento per il corpo.

Non si può non ammirare la bravura di Angela Reggiori,  padrona delle tecniche di cui si serve ed appassionata nell'esplorarle. Tanto l'incisione che la ceramica, del resto, conservano sempre nel loro farsi un margine di incognita che le rende intriganti e di per sè sperimentali.

Nell'arte incisoria l'artista riconferma la sua qualità nelle serie già note dei brani di natura, delle Cattedrali e dei Rosoni dedicati al padre e nella cartella d'artista incentrata su alcuni monumenti romanici della nostra provincia. Ma si aspetta ancora il germinare sulla lastra di una personalità distinta, al di là di una troppo generica sensibilità per i temi e per il fatto tecnico. Importante sì, ma insufficiente a fare un artista compiuto.